sottolestelle
00sabato 14 giugno 2003 10:44
E' notte, e
tu, che sempre
a me vicina stai,
d'accanto
Amore mio
tu: dormi;
in grazia, ché
dì giorno, domani: posi.
E adesso d'ancora
ch'é notte invece io: prendo!
Dormi: possa d'aiuto al meno
della tua notte, portar
la notte mia; dopo
che io, io: se quel suono
a me d'ancora un po' partiene,
che
a notte son
nel giorno: quel giorno,
che in dì,
porta pene; e sono qui,
a
giorno di quel
buio, che
a notte: io
veglio.
Tanto tu
di tanto abbandonata al canto,
sei di pace al sogno:
mio, che
abbandonasti il tuo, d'onde a me:
che fosse il mio,
lenir
d'una notte al
naufrago di giorno del cammin
di vita mia:
scommessa; sconnessa
d'una vita, in canto
d'errato; di trastulli
in pace: ch'erra.
Tu dormi
amore mio,
che doloroso a te è quel sogno;
ché di giorno
a me, domani, tu indarno, a me
porgerai.
E' notte; e poco prendi.
Al molto domani volgerai!
Mutato, in sogno d'amore il tuo,
domani
porterai al giorno mio; che misero
ancor, a notte veglia.
Indarno sogni,
e ti ringrazio, in sonno.
E, come potria sennò, sbarcar
la pena mia, dopo
che troppo ebbi l'amaro
portato in porto?
Domani, io
a te darò, dolce d'un verbo
l'inganno, la mia pena;
e tu
il sogno, che tu or neanche
chiamata sei
a consumare, seppur lo sogni;
chè qual, nutrice,
vergine ancor
di
dono, al misero, dovrà alleviar la pena;
ché al misero,
non basta dono, per alleviargli
il danno suo.
Dormi; e
neanche il sogno ti appartiene!
Duro il tuo fato, o bella mia!
Ed io, se ancora
quel suono mi appartiene, che
non nascosi al pianto:
sciolgo.
Tu dormi;
ed io che, misero, ebbi
portato il canto.
Cobite
00domenica 15 giugno 2003 10:43
Scusami amico se spesso non ti rispondo.
Ciò è dovuto alla mia scarsa preparazione (cosa risaputa di cui sono pienamente cosciente).
Spesso devo leggere più volte, e in momenti diversi, per recepire e respirare le tue poesie, a volte non ci arrivo mai per intero.
Mi succede anche con Montale e con Rilke.
Ma a volte, alla fine, mi ritrovo dentro un gioiello da accarezzare piano e a lungo.
Questa è una di quelle volte, non chiedermi il perché, non lo so ma lo sento.
Ciao
Giancarlo