Ripropongo la poesia in una versione modificata e, credo, definitiva:
Angelo nero, rendimi il rubino
della mia gioventù,
l'astro prismatico dei miei mattini,
non sporcare di carbone
l'ultimo sogno che si affaccia
alla mia mente
come una timida tigre,
lascia che si levi dal mio sangue
come un fiore di rivalsa
un canto cristallino.