SOGNI INFRANTI

poetasenzanome
00mercoledì 18 giugno 2003 18:23
SOGNI INFRANTI

Credevo fortemente nell'uomo,
ritenendolo l'unico essere
a cui ero lieto di riservare
la mia stima più grande;
ma mai avrei immaginato
che potesse egli trasformarsi
nella bestia più immonda e feroce.

Credevo nella sua bontà,
avendola sempre considerata,
fra tutti i tesori,
quello più straordinario;
ma mi accorsi ben presto
che senza difficoltà
poteva subentrare al suo posto
la cattiveria più insospettabile.

Credevo nella sua giustizia,
reputandola qualcosa di superiore
che doveva in tutti ispirare
il prezioso senso del dovere;
ma giammai avrei creduto
che potesse essa perdere di vista
quelli che rappresentano
i valori immutabili ed eterni.

Credevo nella sua nobiltà,
avendola sempre considerata
una virtù degna della sua specie;
ma mai avrei giurato
che, col passar del tempo,
sarebbe stata essa surrogata
dalla viltà e dall'infamia!

Vedevo così i miei sogni
frangersi l'uno dopo l'altro
come fragili vasi di cristallo,
i cui taglienti cocci,
simili a schegge impazzite,
finivano per lacerarmi lo spirito
e per fiaccarmi il morale,
che ne uscivano entrambi
a brandelli e sanguinanti!

poetasenzanome




Cobite
00giovedì 19 giugno 2003 18:21


Già, amico, è uno strano animale l'uomo!

Spesso, troppo spesso, considera quello che tu pensavi dei segni di civiltà come roba di chi non è furbo, ed è talmente furbo da non accorgersi del furbo che sta sopra di lui...

Grazie Luigi.[SM=x142848]

Giancarlo


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