Jos, lo sai che non esagero nei complimenti, ma se dico che sei uno dei preferiti nel tuo genere mi devi credere; per stile e per temi mi ricordi molto da vicino le poesie di un altro mio amico che si chiama Francesco Ballero e scrive in genere in endecasillabi molto scorrevoli; me lo ricordi anche per il modo di porti di fronte alle osservazioni. Per esempio adoro che tu dica:
Così di botto mi vengono questi due versi [...] Forse un po’ pacchiani… magari ci ragiono su con calma
Il dubbio in giuste dosi fa bene
In effetti trovo che inserire anche Cristo e la croce dopo Dio possa appesantire, rendere retorico il concetto, e tu stesso non ne sei convinto:
beh, intanto ti dico che la tua modifica al penultimo verso con "voce" al posto di "prece" è ottima, secondo me
e vedi, un termine più 'laico' al posto dell'altro allarga credo anche la cerchia di coloro che non sono propriamente credenti e religiosi; ma la religiosità si avverte comunque, il termine voce rimanda sempre a un dialogo con l'Altissimo, e poco conta essere credenti o laici, perché credo non ci sia essere, anche non credente, che un Dio non se lo immagini o desideri.
Ed è proprio quella "voce" che mi
suggerisce di suggerirti così l'ultimo verso, che probabilmente è vicino al tuo sentire:
quando la furia si farà più atroce,
forse anche Dio s’accorgerà che esisto
e sentirà la voce che da sempre
nel mio silenzio osava bisbigliare.
Mi piace molto il verbo in terza persona in quanto potenzia e mette in risalto
la voce anziché l'io che emergeva nella versione con "oso", e poi mi piaceva anche "bisbigliare", trovo bella la sequenza e il rapporto tra questi termini:
......forse/sentirà......nel mio silenzio.......la voce.......che osava bisbigliare
(altro valido sinonimo potrebbe essere "osava sussurrare").
Questa la mia analisi, nel tentativo di eliminare anche quel "flebile" che per me ha ancora una stretta parentela con "mesto" (aggettivi che io non userei), comunque vedi tu.
Per quanto riguarda gli altri due versi... io dico devi, ma proprio
devi ripristinare quelli che avevi messo all'origine!
vers. originale
e mulinando foglie riarse e viole
e more rosse e spine offuscheranno
Vedi, se anche a me le due "e" incolonnate nei due versi della versione che hai postato mi erano saltate all'occhio come a Viola, qui, invece, nella versione originaria senza virgole, le varie "e" mi piacciono molto; sembrano quasi formare un movimento rotondeggiante come il mulinello; vedi come le sensazioni possono cambiare! E suonano perfettamente!
Già la rilettura di Viola di quei due versi mi era sembrata più morbida e ombreggeranno mi era sembrato preferibile, senonché riflettendo sul senso, mi è parso che nel suggerimento di Viola l'azione di ombreggiare sia riferita solo alle more sparse, mentre invece io credo che tu voglia comprendere anche viole e foglie, che, facendo mulinello, adombrano il sole.
Leggo così:
e, mulinando, foglie riarse e viole e more rosse e spine offuscheranno il sole stanco di novembre
se si considera "mulinando" solo un inciso, si comprende che è triplice il soggetto del verbo "offuscheranno".
(Io avevo pensato "
adombreranno", ma sia "
offuscheranno" che "
ombreggeranno" sono validi sinonimi)
Per quanto riguarda i motivi per cui ero titubante su alcuni versi, hai colto in pieno le mie perplessità dal punto di vista ritmico, bravissimo
E per finire:
Un componimento poetico di questa levatura non mi fa pensare neanche per un attimo che possa essere costruito a tavolino; che sia stata già dentro di te per me è chiaro, ma quella la chiamo ispirazione; il bello e la fatica vengono dopo, e infatti io mi riferivo a ciò che chiami maquillage
Auguri per la desiderata serenità.