frank.19
00domenica 14 giugno 2015 05:23
Qualcuno aiuti i poveri a cui mancano i pani sotto i denti,
li aiuti con i soldi e senza inutili sentimenti...
fatti di silenzi e di occhi tristi
che si illuminano alla vista dei locali e dei baristi,
degli incroci futuristi nelle cittadine squallide di questi giorni nostri.

Qualcun' altro faccia pratica mettendoci la faccia,
nelle gesta che un bel giorno saranno pubblicate nel libro delle doti...
senza farne necessariamente affari della piazza,
non saranno pubblicate foto della festa
e nessuno al fin dei conti si ritrova pari e patta.

E voi altri domandate cos'è che ci fa male
per conoscere il nemico e potere anche evitare,
oppure con la gioia in quel sorriso...
la lama sarà pronta da affondare.
A.Bonelli
00domenica 14 giugno 2015 07:54
La strada piu' semplice da percorrere per essere solidali: rendersi attivi, agure, senza pensare di acquisire medaglie, ma la soddisfazione di essere stati umani [SM=g27811]
debona
00domenica 14 giugno 2015 18:01
Un'importate lezione di vita in una poesia che si potrebbe migliorare nel ritmo e nella sintesi. [SM=x142922]
Raggio di Sole21.
00domenica 14 giugno 2015 23:18
Sì una lezione vita in una poesia che a prima vista sembra più una prosa e forse lo è ma estremamente poetica per le rispondenze foniche. Qualche verso migliorabile nel ritmo. La trovo innovativa ma mi lascia perplessa la forma: anche chi sperimenta dà una qualche regolarità ai suoi scritti. Potente il messaggio.

[SM=x142887]

Laura.
frank.19
00lunedì 15 giugno 2015 00:20
Vi ringrazio!
Mi fa molto piacere che vi sia arrivato il messaggio. Per quanto riguarda la forma, il ritmo e le regole "poetiche/letterarie", ho sempre ammesso di avere grossi limiti... se poi consideriamo il fatto che scrivo quasi sempre di getto, il risultato è sicuramente migliorabile.
La "segno" fra quelle a cui prima o poi darò una seconda mano... e se avete consigli pratici su come modificarla, sono sempre ben accetti. [SM=g27823]

Anche il fatto della poesia che sembra prosa o viceversa... è ormai da tanto che in molti esprimono questo commento sui miei versi, a me vengono fuori in questo modo e quando cerco di forzare la mano per dirigermi verso una o l' altra direzione il risultato ne risente. Non so se è una cosa che necessariamente devo cercare di migliorare oppure anche se le mie righe restano sempre "ne carne ne pesce", l' importante è che siano gustose. [SM=x142839]
Rosy.S
00lunedì 15 giugno 2015 00:28

Mi è piaciuta un sacco la prima strofa, chiara e diretta.
Forse non si può evitare faccia-faccia nella seconda strofa ma eviterei giorni-giorno tra la prima e la seconda.
Leva poi quell0apostrofo dopo un [SM=g27818]
Quel paio di versi lunghi sono pure un po' prosastici. Ridurli in qualche modo no?
Poi c'è questo verso che eliminerei, proprio, a me almeno non dice niente:
e nessuno al fin dei conti si ritrova pari e patta.

A dire il vero non ho capito neanche i due versi finali:
oppure con la gioia in quel sorriso...
la lama sarà pronta da affondare.


la gioia nel sorriso non riesco a contestualizzarla in questo ambito... magari me lo spiegherai tu.

Io per parte mia ti dico come la rivedrei:


Qualcuno aiuti i poveri a cui mancano i pani sotto i denti,
li aiuti con i soldi e senza inutili sentimenti, non servono
silenzi ed occhi tristi che si illuminano alla vista dei locali
e dei baristi, degli incroci futuristi nelle cittadine squallide
dei giorni nostri.

Qualcun altro faccia pratica, ci metta la sua faccia nelle gesta
che un bel giorno saranno pubblicate nel libro delle doti
senza farne necessariamente affari della piazza,
non saranno pubblicate foto della festa.

E voi altri domandatevi cos'è che ci fa male
per conoscere il nemico e poterlo poi evitare.

(.....)




Ah, via tutti quei puntini... ... [SM=x142832]

Ciao [SM=x142815]

frank.19
00domenica 27 agosto 2017 04:29
Sarà che anche qui, le quattro del mattino; sarà che anche qui l'angoscia e un po' di vino (cit.)
Avrei voglia di scrivere ma probabilmente non ne ho troppo bisogno dato che le parole non arrivano nonostante non si vede neanche il sonno.
Cosicché non mi resta che seguire il buon consiglio, ormai vecchio di qualche anno, nel cercar di migliorare questi antichi manoscritti, che non hanno a che vedere con i geroglifici egizi, sono ben lontani dai versi del Carducci, non ho manzi ne Manzoni da portare ai Pascoli fin giù alla vallata superando quel Montale.
Sono stato il Primo degli amici ad avere i jeans di Levi, di Alighieri ho solo il naso e la mia migliore strofa ha sempre quella brutta inarcatura che ricorda vagamente la gobba di Quasimodo.
Ma nonostante tutto questi versi sono i miei; soffio sulla polvere, vi faccio una Boccaccia e me li tengo stretti!


Qualcuno aiuti i poveri
a cui mancano i pani sotto i denti,
li aiuti con i soldi
non con inutili sentimenti;

fatti di silenzi e d'occhi tristi
che si illuminano
di fronte agli incroci futuristi
nelle cittadine squallide
di questi giorni nostri.

Qualcun' altro faccia pratica
mettendoci la faccia, con le gesta
che un bel giorno saranno pubblicate
nel libro delle doti
senza farne affari della piazza.

E voi altri domandate cos'è che ci fa male;
per conoscere il nemico e poterlo evitare
oppure con la gioia in quel sorriso
la lama sarà pronta da affondare.
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