verranno.a.chiederti...
00lunedì 17 agosto 2015 13:06
Stavamo come due che d'amore si nutrono
eravamo come case del tempo.
Occhi e sete di parole massacravano
le mie bollenti pene d'amore, dove tu
Soave com'eri
ferro su fuoco fugace battevi.
Ormai vibra incessante il tuo ricordo,
e non vi è più modo di pensar
che non implichi te. Eri rosa,
e rosa fosti; ed io come
un petalo svanii, nel vento della
tua indifferenza.
Orchidea
00lunedì 17 agosto 2015 13:53
amore finito
verranno.a.chiederti...
00lunedì 17 agosto 2015 13:58
Diciamo di si! Amore per le emozioni
Savemar98
10lunedì 17 agosto 2015 15:39
Ricordi che feriscono, rimorsi che ti assalgono... Molto espressiva la metafora finale
triglav
00lunedì 17 agosto 2015 20:45
chiedo scusa ma devo essere sincero come spero lo sarete con me: lo scritto mi pare prosastico ed il linguaggio arcaico
verranno.a.chiederti...
00lunedì 17 agosto 2015 20:54
Ciao Triglav, ti ringrazio per aver commentato, comunque volevo precisarti che la scelta del linguaggio un po' arcaico come dici tu, è stata voluta; sono dell'idea che a volte il suono delle parole arcaiche portano un'aria più romantica.. ed è la base su cui giro. Riguardo la forma del testo, rime o no, cercavo di far uscire fuori tutto quello che prendeva forma!
triglav
00martedì 18 agosto 2015 07:49
premesso che sono un dilettante e non vorrei mai imporre ad alcuno il mio modo di sentire, vorrei precisare che la forma poetica come la sento io, non prevede certo le rime o la metrica ma una musicalità intrinseca; nel caso presente si sentono i sentimenti che l'hanno creata però, specie nella prima parte, sembra un racconto con degli "a capo" ogni tanto. Sempre secondo me, non trovo che il linguaggio moderno sia povero di romanticismo da dover ricorrere a quello dei nonni e cercherei un'alternativa al verso:
"massacravano
le mie bollenti pene d'amore"
un saluto