Perpetua perfezione

Massimiliano Dessi
00mercoledì 8 giugno 2016 01:03
Scorre inesorabile il tempo,
frugale passione, una e poi ancora
fragole esoteriche,
mistero di encomiabile squisitezza.
Mordo pensieri e ricordi,
bella indigena, indomabile criniera,
Regina della savana,
ricca d' arte e custode del sorriso.
La vita in un capriccio.
Stentavi decisioni: paura. -Infantilità.

Descrizioni distillateate di abitudini,
passioni descritte a vini, e
fumi colorati da mille tristezze.
É pandemia, quando folle allontani strillando,
ciò che vorresti vedere tornare.
Un gesto, episodio, che tutto cambia.
Brutali visioni di un soqquadro emotivo,
ripetute da un dì a capo;
eretici accoppiamenti carnali
orgasmi persi tra un gargarismo e l' altro.
Organi a comando,
derido il mio coma indotto,
la mia bibbia e
l' adorazione spasmodica per i tuoi lombi.

Matita e mascara tingono
il tuo broncio, Gioconda perduta,
colori e sbavature,
difetti e torture.
Musa di sentimenti sconosciuti
primogenita della mia poesia;
eleganza semza portamento
dondolavo da una parte
all' altra della tua bocca.

Camminavi dandomi la mano
due passi lontana dalla realtà,
eristica, di testa dura,
sogno di un mondo dettato dalla follia.
Ora puliamo accuratamente
la nostra maschera ricca di polvere,
stantia e povera di increspature,
posta un tempo lontana da ogni
espressione, non necessaria,
inutile per i nostri sguardi.
Gelosi di vita, ingordi di momenti,
poveri di tempo, e ricchi d' impazienza;
litigi del dormiveglia.
Sesso al miele, oppio e decotto di canapa,
sapore di un allucinazione pragmatica. -Unica.
Piango non aver scritto
stringendoti il seno;
sono emozioni in celofan
rilasciate lentamente come morfina,
antidoto al gusto di terra:
disgusti il mio palato, ma curi il mio essere.
Evado stando fermo, se
mi muovo non sei nitida,
timida affiori felice e,
libera da vincoli e cerniere
svieni ancora ad ogni mia parola.

Rumori. Urla. Schiaffi.
Pianti. Vomito. Risate.

Quadro schietto disegnato minuziosamente
da mani esperte nel flagello.
All' ombra di castelli e anfiteatri; antecristo,
già ti guardavo lontana
con la lente di ingrandimento
regalatomi dal tuo essere.
Domande e lamentele negli uffici dell' esistenza:
esisto senza te?
Oppure è solo l' ennesima finzione
è solo l' ennesima sala d' attesa;
l' aria è pesante, vibrazioni assenti
non varcherai la porta,
fumando aspetto ciò che ho abbandonato
per gl' inferi.
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