PONTE SULL'INN

Siamo partiti prima dell’alba.
La notte, indifferente, si preparava a sbiadire,
come tempera con troppa acqua.
Mai dimenticherò:
edifici arancioni tra nodi d’asfalto;

Il suo spettro vagare
sulla strada dove i miei ricordi
bruciavano silenziosamente
nelle parole della gente.
Con discrezione.
Di nascosto.

Spaventatemi, montagne;
rigettate, dal nero d’autunno,
ossa di antichi castelli.
Ridete di me, mostrate la scintillante neve.
Ancora; senza sosta: il peso di un ricordo
E il suo grigio profumo di whisky,
mi fanno inciampare.

Incontravano il suo viso, i miei occhi.
Contenevano le lacrime,
mostrandosi falsamente felici
in una cieca Innsbruck,
ammalata di suoni di festa,
di luci gialle e abeti incatenati.

Cercai d’alienarmi, distrassi l’urlo:
lo incantai, come un bambino,
ma mi cercava sussurrando
dai monti che imprigionavano
gli antichi palazzi asburgici.

La sera riprese il suo posto,
illuminava di arancio la strada.
La stanchezza… mordeva le gambe.
Lo spettro mi prese la mano, mi accompagnò nel sonno.
Fissavo i momenti di quel giorno
In frammenti di ricordi, come tasselli di un mosaico.

Ancora, le montagne, diventavano universi neri
Sporcati da chiese e case accese.
Guardavo ogni movimento,
ogni particolare da ingabbiare.
Le lacrime della luna
Diventavano neve sulle vette.

molto bello questo brano moasquito ti tengo d'occhio, voglio vedere fin dove saprai spingerti, sei bravissimo.

Hai ricreato l'atmosfera in cui ci si dibatte quando alcuni pensieri, spettri non sempre senza volto, e alcuni sogni, tornano e, in ressa, muovono all'assalto o t'ammaliano
...fino alla resa.

Bravissimo

è una lotta contro un pensiero che mi ha rapito e che ha innescato la sindrome di stoccolma...