M A R I A- una storia vera

fiordineve
00giovedì 4 marzo 2004 01:19
M A R I A - UNA STORIA VERA




Maria era un'amica di mia madre, molto più anziana di lei, proveniente dallo stesso paese in cui siamo nati tutti noi. Lei era sola e veniva tutti i giorni a "bagolare", a me piacevano le sue storie, aveva avuto una vita fantastica e romantica; così pensavo allora. Maria è sempre stata una presenza nella mia vita, c'era sempre, e da sempre l'ho vista.
Ed ecco la sua storia.
Nata poverissima, vissuta povera aveva avuto in dono classe, eleganza innata, charme e sensualità; era bellissima, stupenda, dicevano tutti di lei. Non si accontentava della vita di un piccolo paesotto del mantovano, lei voleva sfondare in qualsiasi modo a Milano; sognava fotoromanzi, films o anche di fare l'indossatrice. La madre, quando partì, quasi morì di crepacuore; ma la ragazza divenne indossatrice (non erano i tempi delle top model), molti amanti, ma tutti sposati. Ma la vita che conduceva le piaceva: gioielli, abiti costosi, profumi, pellicce, cene sul lago Maggiore, inviti a feste. Poi incontrò un ricchissimo industriale, famosissimo, le regalò un appartamento in centro a Milano, e vacanze da sogno.
Per Maria, divenuta la mantenuta di questo grande uomo, iniziò il periodo più bello della sua vita. Tutto il bel mondo le apriva i salotti e la invitava ovunque, sapevano che dietro lei c'era "lui", e "lui" aveva giurato odio eterno a chi non avesse accolto la sua donna. La moglie sapeva, taceva, viveva a Portofino ed aveva anche lei il suo amante: coppia aperta, matrimonio solido per salvare il patrimonio e per convenienza sociale; "lui" era pure nobile. I figli non tolleravano la situazione, però, e fecero di tutto per ostacolarli, ma lui non lasciò mai Maria. Un giorno, si accorse di essere incinta, nessuno dei due parlò di aborto; solo che la ragazza non doveva farsi vedere in giro e l'uomo potente la mandò a Londra, dove nacque Stefania.
Ma se una gravidanza si poteva nascondere, una figlia era impossibile (anno 1950), alla fine fu presa la decisione di affidarla ad una balia che viveva a Como.Per Maria fu uno strazio abbandonare la sua bambina, ma l'amore per l'uomo e per il lusso non la impensierirono più di tanto. La vita continuò come al solito; solo che ora ogni mercoledì, l'autista portava Maria a trovare la piccola. Stefania accoglieva con gioia mista ad indifferenza quella donna elegantissima che scendeva dall'auto con regali di ogni genere, troppo preziosi per la piccola che viveva in un paesino senza pretese. Madre e figlia trascorrevano 3 o 4 ore insieme e poi l'autista veniva a riprendere la donna. Nel frattempo, la bellezza sfolgorante di Maria, iniziò a declinare; troppe notti in bianco, troppo alcool, troppe sigarette, ormai aveva più di trent'anni e giovani leve si affacciavano alla ribalta.Piano piano non ottenne nessuna scrittura, nè come indossatrice, nè come interprete di fotoromanzi. Ma il suo uomo era sempre innamoratissimo di lei e questo le bastava.
Per due giorni Maria non ebbe più notizie del suo amante, non era mai successo, osò telefonare a casa sua, le rispose un cameriere dicendole che la casa era in lutto per la morte del Conte.
Il mondo crollato, Maria non sapeva cosa fare.
Dopo una settimana ricevette una lettera di un notaio che le dava appuntamento per il giorno dopo. Quando si presentò vide che i figli di lui erano già seduti, non fecero nemmono il cenno di alzarsi, di stringerle la mano, in fondo, forse, lei era l'unica ad averlo amato veramente. Il notaio aprì il testamento e Maria capì solo che a lei non era stato lasciato nulla, i figli lo avevano fatto interdire appena un'ora prima che morisse. Niente lasciti per lei, niente lasciti per Stefania. Maria a quarant'anni era completamente sola, morti anche i genitori, a parte Stefania che chiamava "mamma" la balia.
Così vendette la casa, le pellicce, i gioielli, l'auto, licenziò la domestica, acquistò un appartamentino modestissimo in zona San Siro (allora quasi esclusivamente campagna) e fece quello che sapeva fare: vendere il proprio corpo, insomma divenne una prostituta, anche se in una casa, anche se nel suo letto.
Ritornò a Mantova, dopo aver sperperato anche l'ultimo centesimo di quello che aveva guadagnato a 60 anni; affittò un monolocale, di uno squallore immenso, una tendina nascondeva il lavello e la cucina, una credenza con pochi piatti, un cassettone, un letto ed un divano. Un'unica finestra affacciata sulla cupola di Sant'Andrea, ma solo tetti, ricordo una misera e tristissima piantina di gerani sulla finestra. E scale buie, gradini ripidi, sporcizia e quella stanza che Maria cercava di rendere graziosa appendendo le sue foto, quadri, santi, rosari e quello che le passava per la testa, rendendola, se possibile, ancora più orribile.
Io non volevo mai andare a casa sua, mi metteva l'angoscia. Poi trovò un altro uomo, vedovo che la manteneva, ma morì anche quello. Stefania non la volle più rivedere, per lei non era nessuno, per lei la mamma era la balia.
Così Maria raccontava a mia madre e a me storie fantastiche di viaggi, di persone, di toilettes che mai avremmo immaginato potessero essere vere. La invitai al mio matrimonio, ma era in ospedale e poi la portarono all'ospizio; mi regalò una bellissima e preziosa coperta che non ho mai messo sul letto, perchè lei l'aveva comperata per il matrimonio di Stefania, e le venne restituita. E' ancora impachettata come me l'avesse data un giorno fa.
Maria una vita vissuta con il sogno di una bellezza effimera, che non ha saputo coltivare quella reale, forse troppo ignorante per capirlo, morta sola e viva solo nei nostri ricordi.



danzandosottolaluna
00giovedì 4 marzo 2004 02:02


La conoscevo, questa storia, l'avevo letta e ne ero rimasta incantata.
D'altronde tu scrivi così...non è più meraviglia la mia.
Ma questo personaggio mi era rinmasto dentro, in modo particolare...
Grazie di avermelo ridato per accarezzarlo ancora...[SM=x142909]



mimosa46
00giovedì 4 marzo 2004 11:21
una parabola...


non avevo mai letto questa storia, penso che rimarrà attuale in
qualsiasi epoca, anche se adesso in modo particolare, tutte le giovani dovrebbero leggerla.

ti ringrazio fiorellino[SM=x142892]


Lucia [SM=x142909]
darcri
00giovedì 4 marzo 2004 14:06
Il Messaggio è stato ritenuto non adatto e quindi censurato dai moderatori.
fairy67
00giovedì 4 marzo 2004 14:16
Fiore

L'ho letta tutta d'un fiato... come rispecchia la realtà anche dei tempi d'oggi.

Tanti a cercare... chissà che cosa...

Mi lascia tanta amarezza..

Grazie, è stata una lettura oltre che piacevole molto istruttiva.

Un bacio grande[SM=x142909]


marzia
fiordineve
00giovedì 4 marzo 2004 20:07
Cri, questa storia è MIA.
Non l'ho copiata, l'avevo inserita in un altro sito di poeti ed è che Donna Adelaide l'ha letta.
Scrivo solo farina del mio sacco, più o meno valida, ma il mugnaio sono sempre e solo io.

Un baci8
danzandosottolaluna
00giovedì 4 marzo 2004 20:30


La confusione, forse l'ho generata io..._________________________________________________________________
La conoscevo, questa storia, l'avevo letta e ne ero rimasta incantata.
D'altronde tu scrivi così...non è più meraviglia la mia.
Ma questo personaggio mi era rinasto dentro, in modo particolare...
Grazie di avermelo ridato per accarezzarlo ancora...
Adse
_______________________________________________________________

ma questa mia frase...
"D'altronde tu scrivi così...non è più meraviglia la mia. "
mi sembrava chiarisse che l'autrice era ed è Fiordineve...
Cmq scusate lo stesso[SM=x142909]


Cobite
00giovedì 4 marzo 2004 23:33


Occhio al pesciolino .......



Ciaooooo


Giancarlo
darcri
00venerdì 5 marzo 2004 00:38
Il Messaggio è stato ritenuto non adatto e quindi censurato dai moderatori.
mosquito4
00venerdì 5 marzo 2004 19:57
bella questa storia, mi fa venire in mente altri brani che hai scritto, come se fossero tutti collegati assieme.
bacio

Davide




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