Le fate - fragili fiori

Violadaprile
00venerdì 13 febbraio 2015 16:29
Le fate - fragili fiori -
perdono i loro petali
in un attimo, solo con un soffio
resta di loro
lo scrigno di papavero
dei semi dell'oblio
il fiore spogliato del loto
l'aconito selvaggio
il lago - nero - della dimenticanza

più non avranno
e orchi e principi e ranocchi
palpiti azzurri
da stringer fra le dita
la polvere dorata
che scompare sciogliendosi
in ombre opalescenti
subito cancellate

le fioche tremule luci
sono spente
la finzione è caduta
su un piano
verticale
diventando
terra acqua cielo
buio luce bambini
rondini e vene aperte

cuori umani
battono
o non battono
a scelta.






ISBN: 978-84-943428-3-7
Ottaviano Augusto II
00venerdì 13 febbraio 2015 17:29
Il tema che hai affrontato in questa poesia l'ho affrontato anch'io in una poesia dedicata alle Janas, le fate sarde.

Devo dire che è molto riuscito il contrasto tra prima e terza strofa, tra la dolce illusione e la cruda realtà; simmetricamente interessante.
Noto anche qui l'attenzione ai particolari dell'immagine, diciamo pure che ho letto versi immaginiferi e questo mi piace.
Violadaprile
00venerdì 13 febbraio 2015 17:43
le Janas mi ricordano la Baba Jaga, la fata/strega delle fiabe russe. che vive nella casa sulle zampe di gallina. immagino che la tradizione più che millenaria sulla magia e sui miti sia comune a tutto l'ambito europeo e del mediterraneo.

E in ogni caso sì, ci hai preso, luci ed ombre sono il mio habitat, prima ancora che scrivere, dipingo.
con i colori e con la mente
=)
simonecorrieri
00venerdì 13 febbraio 2015 23:40
Questo verso che
riporto sotto e' sublime ,

il lago - nero - della dimenticanza

E' BELLA tutta comunque .

[SM=g27811]
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