La veranda

macrino
00giovedì 22 dicembre 2016 16:11
Le gocce sui vetri della veranda
picchiettavano rapide e allegre...
Ricordi: estati aulenti di lavanda
vispi gorgheggi di cinciallegre,

riccioli di nubi, vento, vele, sole...
Ed ora che non sei qui, mamma,
trovo, tardi, tutte le parole.
Ora che l'oscurità s'infiamma

di brividi, vivo l'esile vita
dell’attesa. Da quando sei lontana,
la tua voce è onda infinita.
E ignoro se sia folle, vana

la speranza di un nuovo giorno...
Il sole scivola dietro il crinale,
la luce istoria un tremulo contorno,
sorge la luna nell’alone d'opale.
ylyl
00venerdì 23 dicembre 2016 15:12
La perdita, un tema ricorrente nelle tue poesie, questo dolore che non vuole affievolirsi è ispirazione ancora una volta per una dedica splendida dallo stile inconfondibile.

Complimenti Macrino
Anemonephobia
00venerdì 23 dicembre 2016 16:00
Tanto, tanto dolore in questa bella poesia, come ha fatto notare ylyl. I tuoi versi mi ricordano un po' quelli struggenti ed essenziali di Pascoli, non so se questo autore ti abbia influenzato davvero, comunque. Ad ogni modo, questa poesia è un altro successo. Grazie per averla condivisa.

macrino
00lunedì 26 dicembre 2016 16:10
Anemonephobia, hai centrato il bersaglio. Pascoli è uno dei miei poeti preferiti e, in modo sia consapevole sia inconscio, cerco di richiamarmi a lui.

Ciao
macrino
00lunedì 26 dicembre 2016 16:11
Ylyl, è spesso il dolore ad ispirare.

Grazie anche a Te.
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