Re:
VertigoDoc, 30/09/2016 03.25:
C’era un tempo in cui m’arrocavo fra i versi.
E lì – a mo’ di civetta su un ramo – vedevo diversi
quelli simili a me.
Intellettuale, letterato, poeta mi credetti.
Un invasato, uno di quelli maledetti
Quelli simili a me.
Poi, fu tutta una questione di Stile
Uno stillicidio d’inchiostro così:
Poesia
immota
deverbata
fotografica
Nuovamente vegliarda
Una visione fredda
O
Una sinestesia mal riuscita
Ma – in realtà - è
Un serpente che la coda s’ingoia
Sempre mestizia, sempre noia.
Poi
Al passato lo sguardo volsi di nuovo
E piango me stesso come la Vergine il Cristo
Sullo specchio vedo il viso d’un uomo
Che recita ancora la parte del tristo.
Svegliati!
Né letterato e neppure poeta
Viandante senza una meta.
Andante, allegro ma non troppo
Anch'io -nella mia mente - sono stato
intellettuale, poeta, letterato;
mi credevo invasato, maledetto
scrissi parole senza significato
finché fui benedetto
M'alimentavo - come ogni esteta -
di mestizia e noia
poi stanco, di letizia e gioia!
Finalmente,da viandante
- che per via va tetro -
diventai "andante adagio"
e poi "allegro"