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00sabato 23 marzo 2024 13:09
Il suicidio come figlio della rottura di coglioni
Non si configura solo nell'atto perentorio
Io sento di vivere nel suicidio
Lo sento quando mi sveglio al mattino
Sconfortato dall'idea del nuovo giorno
Dall'obbligo di agire nel mondo
Quando il mondo non ha nulla da offrirmi in cambio,
Se non il medesimo edonismo di cui ora sono imprigionato
Lo sento quando poi finalmente mi alzo dal letto
Trovo l'energia nella procrastinazione del desiderio
Nella finta speranza di un futuro ignoto
E per questo inizio a vivere
Ma questa è realmente vita?
La costrizione al cammino
Non per immaginazione
Non per eccitazione
Ma per fuggire all'alternativa
Per fuggire all'atto definitivo
Il pensiero del suicidio è esso stesso il suicidio,
Un cadavere trascinato dal tempo
guido guglielmi
00venerdì 5 aprile 2024 11:59
bravo