Il soffitto

macrino
00domenica 1 novembre 2015 16:33
Ero disteso a fissare il soffitto,
fissavo l'inerte, grigio diaframma
tra il niente ed il nulla trafitto
di stelle. "Non tornerai più, mamma?"

"Non tornerò più..." Sillabe amare
echeggiavano nell'arido vuoto.
Nella notte il respiro del mare
portava echi e silenzi dell'ignoto.

"Dove sei ora?" Dalla finestra
aperta la tua carezza di vento,
il profumo dolce di una ginestra.
"Ora che non sei qui, tutto è spento".

Spariva la luna dietro le altane.
"Chi verrà ora in nostro soccorso?"
Si udivano nostalgie lontane,
ombre erravano inquiete nel corso.

✝✝✝
Nakurisch
00martedì 3 novembre 2015 11:02
Per una poesia del genere ci può solo essere rispetto per i sentimenti e le immagini che evoca, accompagnate da una forma altrettanto fluida.
ylyl
00martedì 3 novembre 2015 14:26
bellissima, comprendo molto bene il tuo vuoto.

i versi sono molto profondi, carichi di sentimento, e le rime sono molto scorrevoli senza forzature.

bravo bravo bravo [SM=x142872]
macrino
00martedì 3 novembre 2015 15:24
Grazie, amici.


[SM=x142846]
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