IL PIU' IMPORTANTE
Ero il maggiore di due figli,
mio fratello se n'era andata da casa
seguendo amici poco raccomandabili.
Io sedevo col padre al suo desco
obbedivo ai suoi comandi
gli tenevo compagnia
nelle vuote sere solitarie
quando il pensiero dell'assente
aggrottava le ciglia bianche
del vecchio.
Stava seduto là a guardare l'orizzonte
sera dopo sera, anno dopo anno.
E' faticoso riempire un dolore inespresso
stavo con lui
curavo i suoi interessi
badando a non fargli mai mancare l'amore.
Mio fratello tornò un giorno
l'aria era stanca del caldo afoso
si presentò all'improvviso
sporco e lacero, senza la baldanza
della giovinezza.
Mio padre
lo aveva visto prima che
lui si inginocchiasse.
Si fece una grande festa
un banchetto degno di un sposalizio,
restavo in disparte invidioso, lo ammetto,
a me non aveva mai concesso
un simil trionfo
ed io vivevo con e per lui.
Allora mio padre si alzò e mi venne vicino
dicendomi che io già avevo avuto tutto
la fortuna di essergli stato accanto
la gioia di averlo amato
la mia ricompensa era il suo
incondizionato amore verso di me
suo erede.
Lui che credeva di avere perso un figlio
lo aveva ritrovato
lo poteva osservare, ora, e bearsi
del viso che era divenuto adulto.
Ho capito: gli attori non eravamo noi
figli così maledettamente diversi
sopra noi emergeva la figura
di NOSTRO Padre che tutto perdona.
18/11/2005