HOTEL-ESISTENZA*

casum72
00martedì 6 febbraio 2018 09:38
(riferimento a Follie di Brooklyn di P. Auster)
Aspetto a volte che il tempo mi raggiunga e mi superi
annoiato mi rinchiudo nel mio "hotel-esistenza"
a immaginarmi completo
aggiungendo gli altri strumenti dell'orchestra
suoni che non mi appartengono
suoni che solo io sento

resta della mia voce un rantolo sottile
un accordo stonato, l'idea sfiorata

Insisto che il tempo neanche mi sfiori
e che nella mia stanza,nel mio letto disfatto
abbia ancora i sogni interi
ma non posso condividere queste note
che sfuggono al pentagramma
del mondo di fuori

resta della canzone l'intuizione
una melodia spoglia, l'idea sfiorata

Nel mio "hotel-esistenza" mi rifugio
e ritorno in un loop isterico alle felicità acquisite
al ritmo del sogno
conosco le parole, le pause e le note
il pensiero assiste alla sua opera di sabbia
felice della sua precarietà eterna

da fuori neanche una corda vibra
si sente solo un cuore che palpita
per nulla.


macrino
00giovedì 8 febbraio 2018 10:58
Davvero una lirica molto intensa e sofferta. Mi ci riconosco. Esemplari le metafore e gli ossimori.

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