Flutti

Qualcosa si è rotto…
Le splendide fiamme
di un tempo
si sono incenerite
nella polvere del destino.
Nessuno sa perché.

La fioca luce di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita,
in flutti di dolore.

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Qualcosa si è rotto…
Le splendide fiamme
di un tempo
si sono incenerite
nella polvere del destino.
Nessuno sa perché.

La fioca luce di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita,
in flutti di dolore.

---

Qualcosa si è rotto

Le splendide fiamme
di un tempo
si sono incenerite
nella polvere del destino.

Nessuno sa perché.

Luce di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita

in flutti di dolore.




Ciao, ti rileggo, rileggendola così. Forse un dolore personale che assume dimensioni "cosmiche".
Aggiungerei ancora un verbo all'inizio dell'ultimo verso, tipo "annaspa in flutti di dolore", oppure
"gemendo in flutti di dolore" o altro.

Ciao.

Mi è piaciuta molto la parte

La fioca luce di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita,


quasi ad unire il concetto di universo a quello di vita, la ciclicità ignota ed avvolgente...non condivido l'ultimo verso però...non credo che il dolore possa ancora esistere nell'immagine metafisica in cui ti sei posto. Comunque mi intriga come poesia per i suoi significati, complimenti

Grazie Rosy.S, dell'analisi. Non mi persuade il verso "le fiamme di un tempo": dovrei trovare qualcosa per sostituire un tempo, ma per ora non ci sono riuscito.

Ciao

Sì, Nakurisch, ho voluto rendere un afflato cosmico ed intrecciare l'universo all'esistenza.

Ciao

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Non mi persuade il verso "le fiamme di un tempo": dovrei trovare qualcosa per sostituire un tempo, ma per ora non ci sono riuscito.

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E' stato un rompicapo anche per me quando cercavo un sinonimo per non dover ripetere "tempo" in qualche mia poesia, ma non ho trovato alternative soddisfacenti. Che dire: "Le splendide fiamme di ieri"? O "Le splendide fiamme di allora"?
Non so: "ieri" potrebbe essere scambiato per il giorno prima? Forse no se si considera il contesto della frase in relazione a "polvere del destino", ma il giusto senso sarebbe altrettanto immediato?
E "di allora" potrebbe indurre il lettore a chiedersi: "quando?".
Che fare, dunque? Togliere del tutto "un tempo" e sostituirlo con un verbo?

Ad esempio:

Le splendide fiamme
che ardevano
si sono incenerite
nella polvere del destino.

???

Comunque a me, quel "di un tempo" piace e non lo toglierei; piuttosto lo unirei al verso precedente ottenendo così un musicalissimo novenario, aggiungo che preferirei "si son spente" a "si sono incenerite" perché non è la fiamma a farsi cenere ma l'oggetto che essa brucia (in questo caso l'oggetto metaforico è il sentimento).
Nell'ultimo verso della prima strofa aggiungerei "nella polvere che alza il destino", sia per equilibrare il ritmo del verso (un perfetto decasillabo) e sia per dare un senso di tempestosità a quel 'maledetto' destino, a cui non si può sfuggire.

Alla strofa successiva eliminerei "fioca" (un aggettivo un tantino retrò) con: "Solo luce di stelle remote", sia per riprendere il ritmo del verso precedente (ancora quindi un decasillabo) e sia per un senso restrittivo che ne acuisce la drammaticità; oltretutto "remote" lascia sottintendere al lettore che la luce è debole, fioca, e quindi non c'è bisogno di appesantire il verso con 2 aggettivi.

Se la poesia fosse mia, credo sarebbe questa la forma (per me) congeniale:



Qualcosa si è rotto.

Le splendide fiamme di un tempo
si son spente
nella polvere che alza il destino.

Nessuno sa perché.

Solo luce di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita.



Tu però ritieniti libero di dissentire, oppure di prenderne spunto o farla tua se i tuoi significati sono effettivamente quelli che vi ho letto.

Buona giornata.

Qualcosa si è rotto…

Le splendide fiamme
di un tempo
si sono incenerite
nella polvere del destino.

Nessuno sa perché.

Il barlume di stelle remote
s’infrange sulle sponde della vita,
in flutti di dolore.