Ho l'impressione che debba deciderti se assecondare del tutto le rime oppure liberartene; avverto un po' l'affanno nella rincorsa di un verso eccessivamente stirato in lungo, che poi si accorcia improvvisamente, come quando si devono confezionare le maniche lunghe a un vestito ed invece non c'è rimasta stoffa sufficiente...
Ne deriva un effetto disorganico alla lettura che distrae da un contenuto che non sempre mi è chiaro nelle prime strofe... Le rime baciate non sono la mia passione, ma almeno cercherei di organizzare meglio i versi, magari in doppi settenari almeno nelle prime tre strofe
(te ne riporto un esempio, anche se il senso forse non sarà identico, ma potrai ottimizzarlo tu in qualche modo)
Molto più chiare le due strofe finali, i cui versi sono tutti ottonari; li riporterei in corsivo sfalsandone quelli pari, in modo da rallentare un po' la lettura veloce e cullante tipica degli ottonari.
Ad ogni modo ritienilo solo un consiglio che potrai rifiutare senza problemi.
La scelta del destino a volte è cosa grama
ma è quello che ci resta di libertà più sana,
una vita di passione e onore dell’amore
non può non riportarti alla semina del nome.
E’ stato un po’ crudele voler saper se quello
che acciottola nel cuore sia frutto d'un tranello,
in cui ricerchi il tempo nel mezzo di osterie
con gente viva e vera e sapori d’allegrie.
Ma è certo che ogni passo da fare verso il giorno
ci porta più vicini alla notte in cui ti sogno
plasmandoti ogni sera di odor di primavera,
ma spuntano allibiti dei fiori intiepiditi.
Non ti trovo ma ti chiamo,
_________cerco invano nella mano
quell’avanzo di follia,
_________che al sussulto fugge via.
So che un giorno non lontano
_________sarà stretta quella mano,
dal rispetto per me stesso
_________ch’è un miraggio per adesso.