mosquito4
00venerdì 9 gennaio 2004 17:16
e il giorno calava
sulla cittadina illuminata.
in lenzuoli di nebbia avvolta.
si raccontava di mostri, nelle case.
di ombre nere della notte.
spaventatevi, bambini.
perfettamente incastonate,
storie brevi e uniche,
nelle finestre gialle.
e di quello che sta fuori...
meglio voltare lo sguardo,
ha un tocco maledetto.
allora mi spingevo
nella luce artificiale,
nell'arancione secco.
e senza invidiare
posavo a stento i passi
sul catrame ingrigito dal tempo.
di quello che si ha dentro...
meglio non ascoltare,
meglio non disturbare.
negli occhi indifferenti
continuavano a nascere
pensieri e ricordi.
e sulla pelle ancora
sembrano esserci, sì, ancora...
i segni di un giorno buio.
mi spinsi ancora più avanti
nel profondo di un ricordo
per sentire se c'era ancora il suo respiro.
freddo, era ciò che volevo.
adesso desidero calore,
e amore e parole.
adesso desidero pace
istericamente la voglio,
voglio quelle parole.
voglio il profumo di un fiore
e i suoi occhi su di me
le sue mani su di me.
è tardi, torna a casa...
ariadipoesia
00venerdì 9 gennaio 2004 19:04
sempre affacinante
scrivi bene ma questo non è una novità..
te lo dico sempre ormai...
mosquito sei ok.
Angel'Shadow
00venerdì 9 gennaio 2004 20:16
danzandosottolaluna
00sabato 10 gennaio 2004 20:54
sei un poeta...vero!!!
d'una dolcezza struggente...questo richiamo
ventodeltempo
00domenica 11 gennaio 2004 09:58
...Non posso fermarmi
devo sentire
snodarsi la strada
di nuove visioni
ascoltare pensieri
filtrati dal vento
liberare la mente
con ali di falco...
...Rimani qua
nel tempo
che non muore
sul mio cuore
il tuo cuore stanco
i tuoi pensieri
nell'abbraccio dei miei
Chiudi gli occhi
e continua il mio sogno
poi, domani,
riprenderemo
il viaggio...
Patrizia