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ciò che ce ne viene

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2015 11:59
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27/06/2015 23:24
 
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Raccolti amari
Da arata terra
solo rose sanguigne
lai come frutti
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29/06/2015 12:21
 
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dolori di guerra [SM=x142892]
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29/06/2015 18:41
 
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Aderente e metricamente haiku.

Bellissimo l'ultimo verso, non era facile sintetizzare un concetto in quelle cinque sillabe!

Solo al primo verso preferirei l'inversione di aggettivo-soggetto nella posizione inversa.

(E mi hai pure ispirato il mio, io che non ne volevo sapere di creare qualcosa per questo tema vastissimo)
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01/07/2015 19:30
 
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grazie donna e grazie rosy, sempre gentilissime

grazie rosy per l'apporto critico, anche se non condivido
quello che non ti suona, scommetto, è la doppia a = da arata

il punto è che a me non piacciono gli apostrofi (e i segni grafici in generale), ma la lettura deve essere come se l'apostrofo ci fosse, "d'arata"
tanto è vero che la metrica corrisponde, l'apocope di <d'> è insito nel quinario
e d'altra parte se invertiamo i termini abbiamo <da terr'arata> che devo dire non mi piace molto

considera inoltre le allitterazioni =

d' <dentale> (a) - r <liquida> (a) - t - t <doppia dentale> (e) rr <doppia liquida>

mentre

d (a) t (e) r r (a)(a) r (a) t (a)

decisamente la prima versione mi dà un senso di scivolamento e di morbidezza che la seconda non ha, senza contare la vocale e che sposta l'accento al fondo del verso
scivolamento e morbidezza che la "terra arata" dovrebbe avere, quali che siano i frutti
e anzi, io ci sento un certo incespicare, un'attesa di frutti buoni, mentre quello che ne sgorga sono solo lai
compiutamente con Ennio e i suoi "At tuba terribili sonitu taratantara dixit"
dove si vede (e si sente) che le allitterazioni, e la scelta delle posizioni, sono parte fondamentale di un testo

per farla breve, spero che come l'ho pensata io ti piaccia lo stesso
la chiusa è dolore, ciò che dovrebbe essere pane sono solo lamenti
e questo ci fa sentire quanto la terra e la natura vorrebbero e quanto inadeguati invece siamo
[SM=x142868]

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01/07/2015 19:46
 
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PS
Ma non trovo il tuo che dici che ti ho ispirato .... :P
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01/07/2015 21:51
 
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No, non ho detto che non mi suona, e in quanto al non mettere l'apostrofo mi sta pure bene; la mia preferenza non riguarda la posizione di accenti o altro ma solo il fatto che qualche giovane ed eccellente penna mi ha inculcato l'idea che anteporre l'aggettivo al sostantivo o il participio passato (come in questo caso, correggo il mio lapsus) sa di "antico"; stesso appunto mi è stato fatto da persona più in là con l'età ma molto al passo coi tempi in fatto di stile.

Naturalmente non è che ciò sia legge, ecco perché ho parlato di preferenza.
Poi dipende anche da come suona meglio il verso e dalle esigenze metriche, quindi anch'io valuto di volta in volta.
Certo, invertendo i due termini ci sarebbe l'incontro delle due "a a", però non mi disturba perché si sovrappongono in una sola.


In quanto al mio haiku che non trovi... ahimé, è rimasto nella tastiera. Appunto oggi mi sono ricordata di essermi dimenticata di postarlo.
Però non c'era il riferimento alla natura.
Comunque la condizione imprescindibile per me, negli haiku occidentali, sono le sillabe. Mi piace usare questo schema per delle semplici illuminazioni poetiche.

Ciao.
[Modificato da Rosy.S 01/07/2015 21:55]
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03/07/2015 11:04
 
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Impressionante, già il titolo mette un groppo alla gola.
L’amaro è sentito veramente.

Complimenti.
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03/07/2015 11:37
 
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Grazie Bog, come sempre gentile [SM=x142887]


solo due appunti per quello che dice Rosy:

la mia preferenza non riguarda la posizione di accenti o altro ma solo il fatto che qualche giovane ed eccellente penna mi ha inculcato l'idea che anteporre l'aggettivo al sostantivo o il participio passato (come in questo caso, correggo il mio lapsus) sa di "antico"; stesso appunto mi è stato fatto da persona più in là con l'età ma molto al passo coi tempi in fatto di stile.



sa "di antico"? e allora?
abbiamo qui giovani ed eccellenti penne che scrivono in metrica settecentesca, più antico di cosi ...
e d'altra parte è la metrica stessa a imporre contrazioni e posizioni, senza di che tutto il ritmo del verso verrebbe a cadere

e d'altra parte, arcaismi esclusi, abbiamo Montale che solo pochi decenni fa scriveva sonetti perfetti, benché il sonetto come forma poetica non abbia meno di ottocento anni
e d'altra parte, com'è che invece ti piace la parola "lai", terribile arcaismo e anzi se vogliamo proprio dirla, parola proprio brutta, che invece qui ci sta, altrimenti il verso resterebbe zoppo?

e d'altra parte ancora, come facciamo a dimenticare che in inglese, ad esempio, l'aggettivo (e quindi il participio aggettivato) precede SEMPRE il sostantivo?
e oggi, quando mescoliamo le lingue come sempre ormai facciamo, e scriviamo canzoni stupende mezze in inglese e mezze in francese (grazie all'adorabile canadese bilingue, e facendo pure rima con le terminazioni assonanti delle due diverse lingue), oggi, dicevo, parliamo l' "europanto", lingua ormai quasi universale ma basata soprattutto su inglese e spagnolo, dove tutti capiscono tutto (anche grazie a internet), senza però tenere conto che le regole per la posizione degli aggettivi nelle due lingue è quasi sempre opposta?

e, per finire, cosa ce ne importa?
se qualche sapientone (o sapientino, di quelli che a tre anni schiacciano i pulsantini luminosi nel giochino) ha dettato una regola per altro inesistente, possiamo anche farcene un baffo
e se tenta di inculcarcela, possiamo anche dire: ma perché ti dai tanta pena? scrivi le cose tue e taci!
:P
(ma una rosa anche per te) :P
[SM=x142887]
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Email Scheda Utente
03/07/2015 11:59
 
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Inoltre, tanto per non farla breve, non dimentichiamo che stiamo parlando, o almeno accennando, alla prima guerra mondiale
sono passati cento anni, qualcosa nella lingua sarà pure cambiato, no?
e come facciamo a rendere le atmosfere se non ne teniamo conto? se non cerchiamo per lo meno di immedesimarci nel linguaggio (anche pensato) di allora?

non passa la arata terra ma passano i lai ... cosa che mi stranisce
eppure tra arata terra e terra arata c'è una differenza profonda, la seconda sa di pratico, sa di erpice e di trattore, sa di profitto e di partite contabili

non riesco a non sentire la differenza
al di là di ogni valutazione stilistica, "arata" fa parte della terra, è una qualificazione percettiva, un colore, un odore
terra arata è appunto una partita contabile, contrapposta a incolto boschivo (che essendo termine dell'antica agraria continua ad anteporree l'aggettivo), basta vedere i dati catastali

ma dei dati catastali ce ne possiamo stracatafottere (per usare un termine assai locale che sta rientrando nella lingua comune grazie a Camilleri)
quello di cui ci importa è l'assonanza linguistica, il tempo, il ritmo, ma, prima di tutti, il suono psicologico che sentiamo, che riusciamo a trasmettere, che ci completa

e mai mai mai mi lascerò imporre, e meno che mai inculcare, regole di cui non trovo il senso, se non in un esercizio di potere da parte di chi vuole ergersi a superiore
sry

[SM=x142892]



PS
perdona l'ulteriore appunto
dire "haiku occidentale" è privo di senso
certo le lingue e i significati e i ritmi si mescolano, ma il giapponese è una lingua sillabica, fatta di suoni costruiti ad hoc
noi invece mettiamo insieme parole, abbiamo articoli e congiunzioni, abbiamo anche un modo decisamente diverso di pensare

l'haiku è un ritmo che ci piace, ma decisamente inadatto alle nostre lingue
e poi "fa fino", come mangiare il sushi, e alè, tutti al ristorante giapponese, mentre i nostri ottimi toscani vanno in rovina
e, ancora d'altra parte, mi viene in mente lo spagnolo del 1200, quando castillani e arabi si mescolavano allegramente e (quasi) senza conflitti
la lingua colta del tempo era il castillano, ma vedi un po', scritto soprattutto in caratteri arabi
tutti i documenti ufficiali erano scritti così, con grande disperazione degli esegeti successivi
ma che fa?
i tempi e le mode la fanno da padroni =)
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