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Il ratto e il panda

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2015 15:23
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12/03/2015 00:01
 
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Il nuovo sconvolge?
Il ratto e il panda

In una grande foresta di bambù
vivevano dei panda bianchi e neri.
Della mensa costante erano fieri
e null' altro avrebbe osato la tribù.

Ma avvenne un giorno, da qualcosa attratti,
che ai piedi dei bambù si stabilisse
senza che alcuno al mondo l'impedisse,
un'allegra compagine di ratti.

Polimorfa la mensa era sozzume,
nei panda essa creava turbamento
da sempre un solo cibo era costume.

Un incivile, osceno arretramento,
da tutti i testi questo si desume
l'innovazione a noi crea sol spavento!

Gaspy
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12/03/2015 00:46
 
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Fedro dixit [SM=g27835]

Il sonetto secondo me è gradevole e ben fatto, ma questo lo lascio dire a tutti gli esimi eccelsi esperti che girano in zona.

Il contenuto parabolico è quello che oggi spesso ci viene da dire, ma le interpretazioni possibili sono svariate, alcune vagamente xenofobiche, altre escatologiche. Tutte moralmente degradanti o per lo meno fosche.
Il panda iniziale è la luce, il ratto è il demone che vive nel buio e nell'abisso, ma per concludere la convivenza sembra difficile.
Quel che ci dispiace è che non ci mostri una via d'uscita, noi che ne vorremmo tanto una ...
[SM=g27828]
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12/03/2015 09:50
 
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Mi piace lo stile allegorico e tu l'hai concretato in maniera impeccabile.
Molto graziose le immagini che evochi.
Secondo me una situazione inversa avrebbe reso il messaggio ancora più evidente. Gli onnivori ratti che disprezzano i monofagi panda (sinonimo di sporcizia e veicolatori di malattie i primi, teneri e simpatici nonchè puliti i secondi) è una situazione tanto assurda da indurre il lettore ad una riflessione ancora più profonda.

Per quanto riguarda la metrica quasi tutto ottimo, ricorda solo che l'endecasillabo NON E' un verso con undici sillabe bensì uno con l'accento principale nella 10^ sillaba quindi dovresti sistemare gli endeca tronchi della prima strofa.

Bravo! [SM=x142874]


Per la correzione suggerisco:

1° verso In una grande può divenire nella grande

4° verso elimina la e iniziale

[Modificato da Jos de Vie 12/03/2015 09:54]


...

Giuseppe
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12/03/2015 10:23
 
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E sì, Jos ha ragione: per la metrica... rimandato a settembre [SM=x142833] [SM=g27828]
Oltre ai due versi indicati, io modificherei anche l'ultimo, non perché non lo si possa scandire come endecasillabo, ma perché quel "sol" non mi sembra necessario, anzi;
comunque "crea" può benissimo essere diviso in due sillabe: cre-a,
esattamente come "creava", in uno dei versi precedenti, si pronuncia cre-a-va;
almeno io lo preferisco così:

l'in/no/va/zio/ne _a/noi/ cre/a/ spa/ven/to!

Gradevole ironia sull'innovazione che crea arretramento [SM=g27827]
[Modificato da Rosy.S 12/03/2015 10:25]
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12/03/2015 10:55
 
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Re:
Jos de Vie, 12/03/2015 09:50:


Secondo me una situazione inversa avrebbe reso il messaggio ancora più evidente. Gli onnivori ratti che disprezzano i monofagi panda (sinonimo di sporcizia e veicolatori di malattie i primi, teneri e simpatici nonchè puliti i secondi) è una situazione tanto assurda da indurre il lettore ad una riflessione ancora più profonda.



Mah, non so ...
i poveri panda in fondo mi pare non disprezzino niente ma che siano solo "turbati" tanto nelle loro abitudini quanto nel loro senso estetico
mi sembra una razza di Elei, che guarda non metaforicamente dall'alto in basso qualcosa di sporco, che non sembra neanche vivo e che non capisce
mea opinio of course
[SM=x142816]


PS
concordo ovviamente sulle note stilistiche
tuttavia l'ultimo verso, con la privazione del "sol" e l'accentazione sullo iato, mi suona abbastanza male:
l'in/nova/zion' a /noi cre/a spa/vento!
secondo l'accentazione naturale finisce che siamo costretti a pronunciare "cre/à" con un accento sulla à che non mi fa tornare la metrica
o forse solo che non mi piace

cosa che invece non avviene nel verso precedente, dove:
nei pan/da es/sa cre/ava /turba/mento
dove la parola "creàva" ha già un suo accento naturale sulla a centrale
sempre mia opinione, naturalmente


[Modificato da Violadaprile 12/03/2015 11:14]
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12/03/2015 11:28
 
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Re: Re:
Violadaprile, 12/03/2015 10:55:


Mah, non so ...
i poveri panda in fondo mi pare non disprezzino niente ma che siano solo "turbati" tanto nelle loro abitudini quanto nel loro senso estetico
mi sembra una razza di Elei, che guarda non metaforicamente dall'alto in basso qualcosa di sporco, che non sembra neanche vivo e che non capisce
mea opinio of course
[SM=x142816]








Probabilmente hai ragione: era l'agettivo "osceno" che m'induceva a pensare che si trattasse di qualcosa di più di un composto turbamento.
Comunque, a ruoli invertiti, il "l'altero bon ton" dei panda mal si confarrebbe ad uno stuolo di pantegane [SM=x142839]


...

Giuseppe
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12/03/2015 11:42
 
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Eh giá ...
ma io sospetto che l' "osceno" sia un commento tutto del poeta, che ha già connotato la situazione de facto nella parte precedente e si riserva il giudizio finale

bellissimo "l'altero bon ton" dei panda
[SM=x142874]
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12/03/2015 12:25
 
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Violadaprile, 12/03/2015 10:55:


PS
concordo ovviamente sulle note stilistiche
tuttavia l'ultimo verso, con la privazione del "sol" e l'accentazione sullo iato, mi suona abbastanza male:
l'in/nova/zion' a /noi cre/a spa/vento!
secondo l'accentazione naturale finisce che siamo costretti a pronunciare "cre/à" con un accento sulla à che non mi fa tornare la metrica
o forse solo che non mi piace




io lo leggo come tanti altri endecasillabi con gli accenti forti in sesta e in decima:

l'innovazione a nòi crea spavènto!

d'altronde a me quel sol, come ho detto, anche a livello logico mi sembra affatto necessario, e se ci fai caso, il susseguirsi di monosillabi sembra uno scioglilingua: "a noi crea sòl" (noi e crea andrebbero letti velocemente, senza posarvi l'accento)

e se fosse

l'innovazione crea a noi spavento

?



[Modificato da Rosy.S 12/03/2015 12:26]
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12/03/2015 12:54
 
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l'innovazione crea a noi spavento



sostituiresti -a una fila di monosillabi- una fila di vocali ... non so quale sia meglio
d'altra parte anche a me il "sol" non mi fa impazzire, forse solo l'autore può sciogliere l'enigma cambiando tutto il verso

concordo con te sull'accentazione forte dell'endecasillabo (magari meglio così, cinque sillabe senza accenti, non so) =
l'innovaziòne a nòi crea spavènto!
oppure, ugualmente corretto ma meno aderente all'accentazione naturale =
l'innòvazione a nòi crea spavènto!

però sempre vengono dimenticati gli accenti deboli
se tu scrivessi in tedesco (ma anche in greco e latino) dovresti "obbligatoriamente" tenerne conto
il verso ne esce così =
l'innovaziòne a nòi crea spavènto!
(dove l'accento tonico tra le prime due O può variare, scambiandosi di posto con l'accento debole, anche secondo l'interpretazione del lettore, o del recitato)

come quando accentiamo una parola sdrucciola e di solito non ci avvediamo che è sdrucciola solo perché l'accento forte sta sulla terzultima = sûbito

ma se separiamo la sillaba tonica, otteniamo = sû - bitó, tô - nicó, pâl - lidó
con accento debole sull'ultima
prova a pronunciare separatamente la prima sillaba e dopo un paio di secondi le altre due, lo vedrai/sentirai da sola

la accentazione debole ha un suo senso musicale e a me quel "cre-à" mi va davvero stretto, però magari limite mio
[SM=x142816]
[SM=x142887]

[Modificato da Violadaprile 12/03/2015 13:17]
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12/03/2015 15:24
 
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Violadaprile:

la accentazione debole ha un suo senso musicale e a me quel "cre-à" mi va davvero stretto, però magari limite mio


Violadaprile:

oppure, ugualmente corretto ma meno aderente all'accentazione naturale =
l'innòvazione a nòi crea spavènto!

però sempre vengono dimenticati gli accenti deboli



Io ho considerato solo le varianti possibili degli accenti forti, con ciò nessuno nega la funzione degli accenti deboli, anto meno io; certo è che per nessuna ragione leggerei "creà" e men che meno "innòvazione"

Da tenere presente che "La definizione degli accenti di un verso è spesso un concetto soggettivo; un verso può anche avere più accentazioni diverse a seconda della lettura che si vuol dare; di regola si tende a considerare atone le particelle più piccole come i pronomi, preposizioni, articoli e congiunzioni, quando non siano in posizione evidentemente marcata".

Fosse per me, eviterei proprio il verbo "crea", e me la caverei con

l'innovazione è fonte di spavento!

oppure.

l'innovazione provoca spavento!

[SM=g27823]











[Modificato da Rosy.S 12/03/2015 15:27]
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12/03/2015 16:47
 
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l'innovazione a noi crea sol spavento!

E' qui la chiave di lettura .
mi piace il messaggio che vuoi mandare e il modo in cui lo racconti .
Io concordo sull'innovazione che spaventa allineata anche alla voglia
di cambiare , in Italia poi, che e ' un paese immobile , e' piu' che reale .
[SM=g27811]


...

Simone Corrieri
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12/03/2015 16:50
 
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Fosse per me, eviterei proprio il verbo "crea", e me la caverei con



giusto a questo pensavo
e allora perché non (con il minimo cambiamento possibile)

l'innovazione a noi reca spavento!

?
di nuovo la a accentata, mannaggia, ma non si può avere tutto [SM=g27824]

oppure di nuovo

l'innovazione a noi sol spavento!

insomma, stiamo giocando su un paio di parolette, di una roba che non è neanche nostra lol
[SM=x142820]
perdona, Gaspy. [SM=g27824]
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12/03/2015 19:31
 
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Ringrazio tutti per i commenti di cui terrò debito conto.
Endecasillabo italiano e secondo Treccani non coincidono completamente. Devo studiarci su, perché per me quello che conta innanzituttyo sono il ritmo e la musicalità.
Asseggnato senz'altro l' ultimo verso a Rosy:
l'innovazione è fonte di spavento!

oppure.

l'innovazione provoca spavento!

La poesia merita essere trattata alla perfeziione, perché penso che uil messaggio filosofico sia importante: troppo spesso ci sia affida alla civiltà cui siamo avvezzi ignorando le novità che le nuove geneerazioini ed i nuovi stati fanno emergere.
(Gaspy)
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12/03/2015 21:45
 
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Gaspy., 12/03/2015 19:31:


Endecasillabo italiano e secondo Treccani non coincidono completamente. Devo studiarci su, perché per me quello che conta innanzitutto sono il ritmo e la musicalità.



Non ho capito la differenza

gli endecasillabi canonici hanno sempre la virtù di assicurare un ritmo perfetto, e ci permettono di evitare la monotonia se si ha l'accortezza di variare la posizione degli accenti forti, infatti gli endecasillabi che risultano più armoniosi e ritmicamente perfetti alla lettura sono sia quelli con il primo accento tonico sulla quarta sillaba (detti endecasillabi a minore, dove la prima parte dell'endecasillabo corrisponde a un quinario) e sia quelli con l'accento tonico sulla sesta sillaba (detti endecasillabi a maiore, la cui parte iniziale è un settenario)

Un esempio di endecasillabo a maiore: Nel | mez|zo | del | cam|mìn | di | nos|tra | vi|ta

Un esempio di endecasillabo a minore: mi | ri|tro|vái | per | u|na | sel|va os|cú|ra


Per quanto riguarda l'ultimo accento dell'endecasillabo, deve sempre cadere sulla 10^ sillaba

ma c'è da tenere presente che non tutte le parole finali sono piane: se l'ultima parola è tronca (= accentata sull'ultima vocale), nel computo delle sillabe si deve considerarne una in aggiunta; viceversa, se la parola è sdrucciola, si toglierà una sillaba dal conteggio, se è bisdrucciola se ne toglieranno due, e così via.

Questo verso:

In una grande foresta di bambù

ha l'ultimo accento metrico sull'unidicesima sillaba anziché sulla decima, inoltre, siccome l'ultima parola è tronca, bisogna far finta che abbia una sillaba in più, quindi in totale si considerano 12 sillabe invece di 11. E come dodecasillabo è pure stonato, in quanto gli accenti non cadono nelle posizioni proprie del dodecasillabo!

Invece:

Nel| la| gran|de| fo|res|ta| di| bam| bù

è a buona ragione un endecasillabo tronco, dove alla decima sillaba della parola tronca se ne aggiunge una (immaginando come se ci fosse)

Stesso discorso vale per il verso con "tribù".

Non so se sono stata chiara [SM=g27823]




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13/03/2015 00:36
 
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E brava ROSY! Mi inchino davanti a chi di metrica mastica più di me. Dice il proverbio " Impara come dovessi cvivere per sempre!"
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14/03/2015 08:51
 
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Re: Il nuovo sconvolge?
mi piacerebbe capire se l'autore si riferisca a qualche tipo di innovazione che crea spavento e inciviltà però colgo e mi piace la dialettica di fondo tra panda e ratti. Gli uni conservativi, gli altri innovativi con tutto ciò che questo termine comporta: confusione, disagio, spavento, sporcizia di ogni genere.
dialettica anche tra l'antico ed il moderno, tra regole e violazione di queste, cancellazione talvolta senza proporre altro.
di fronte a questo ognuno ha la sua filosofia e la sua reattività.
una buona analogia insomma da leggere su più piani e che fa senza dubbio riflettere.
ciao franco

Gaspy., 12/03/2015 00:01:

Il ratto e il panda

In una grande foresta di bambù
vivevano dei panda bianchi e neri.
Della mensa costante erano fieri
e null' altro avrebbe osato la tribù.

Ma avvenne un giorno, da qualcosa attratti,
che ai piedi dei bambù si stabilisse
senza che alcuno al mondo l'impedisse,
un'allegra compagine di ratti.

Polimorfa la mensa era sozzume,
nei panda essa creava turbamento
da sempre un solo cibo era costume.

Un incivile, osceno arretramento,
da tutti i testi questo si desume
l'innovazione a noi crea sol spavento!

Gaspy




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14/03/2015 15:23
 
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Re: Re: Il nuovo sconvolge?
Interessantissima discussione.
Violadaprile non deve preoccuparsi se il mio lavoro viene smembrato tra le varie opinioni, innanzitutto perché le discussioni fanno bene tutti (si impara a correggersi) e poi perché sono sufficientemente intelligente (e forse un po' presuntuoso) per valutare)= accettare o respingere.
Sulla forma mi sono soffermato sulle varie considerazioni ed ho capito che quando un verso finisce in una parola tronca è come si aggiungesse una sillaba (tribù = tributo) e perciò un endecasillabo diventa decasillabo. Non che la cosa sia drammatica. La letteratura riporta molti casi in grandi poeti i cui li endecasillabi rimano con deca-o -dodecasillabi, purché ritmo e musicalità non vengano compromessi.
Sul merito della discussione il sottotitolo con punto interrogativo è già di per sé un piccolo chiarimento (ai posteri l'ardua sentenza! )
C'è chi sta dalla parte dei panda che vogliono mantenere la propria cultura e non accettano rivoluzioni culturali e chi invece il cambiamento lo ha fatto e lo considera un punto di progresso (ma anche infischiandosi della sensibilità altrui).
Non c'è nel mio messaggio né un'implicazione xenofoba o razzista e neppure il riferimento ad un avvenimento o invenzione particolare.
Semmai un richiamo a valutare ciò che avviene nelle società. senza etremizzarsi da una parte od un'altra. Insomma cercare di vedere le cose con occhi altrui.
cripaf, 14/03/2015 08:51:

mi piacerebbe capire se l'autore si riferisca a qualche tipo di innovazione che crea spavento e inciviltà però colgo e mi piace la dialettica di fondo tra panda e ratti. Gli uni conservativi, gli altri innovativi con tutto ciò che questo termine comporta: confusione, disagio, spavento, sporcizia di ogni genere.
dialettica anche tra l'antico ed il moderno, tra regole e violazione di queste, cancellazione talvolta senza proporre altro.
di fronte a questo ognuno ha la sua filosofia e la sua reattività.
una buona analogia insomma da leggere su più piani e che fa senza dubbio riflettere.
ciao franco








[Modificato da Gaspy. 14/03/2015 15:27]
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