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Poesia: ritorno al classico?

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2011 08:00
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Nihil., 25/01/2011 20.07:

Hai fatto bene a riportare questo articolo. Io non sono d'accordo sul fatto che si vada verso un nuovo classicismo, più che altro abbiamo sperimentato l'esaurimento dell'avanguardia a causa del crollo dell'ideologia politica a cui si rifaceva, e nel contempo la diminuzione del prestigio sociale del poeta, che non riesce a trovare un suo posto nel panorama mediatico, visto che in televisione non funziona (tolto il caso Merini, in cui più che la poesia contava la particolare biografia dell'autrice), per internet la proposta è sovrabbondante e spesso qualitativamente scadente, e la radio riserva pochi spazi alla nostra amata arte. Il ritorno a forme chiuse (stornelli, sonetti, ballate, ecc) si situa quindi in un tentativo di recuperare l'antico ruolo del poeta, di riconferirgli il prestigio perduto, ma è un fenomeno di reazione che non so quanto futuro possa avere, visto che i vari Zanzotto, Sereni, Cacciatore, ecc li leggono per lo più studenti di lettere moderne, mentre De Angelis, Merini, Lamarque, ecc possono influenzare un pubblico più ampio e non necessariamente esperto di poesia.
In più dividerei il cosidetto neo-classicismo in due diverse correnti: da un parte i classicisti veri e propri tipo Zanzotto e in parte l'ultima produzione dell'Anedda, dall'altra i post-moderni che si rivolgono alla tradizione come ad una delle tante fonti da cui pescare, senza riconoscerle alcuna "autorità" o "supremazia", ad esempio il romanzo neo-settecentesco di Isabella Santacroce si situa sicuramente in questa corrente.







Oggi la poesia non incide su cultura e vita civile, mentre nel passato aveva un valore intellettuale, spirituale, etico. Colpa anche di passate sperimentazioni fini a se stesse. Per di più l'attuale classe dirigente è contraria alla letteratura. I libri di poesia sono volumi pagati e in parte acquistati dagli autori stessi e oggi su Internet si trova di tutto. Per inciso, “Fior di pensiero” è certo il sito migliore che da profano abbia finora avuto occasione di leggere.
La poesia spesso è faticosa da leggere per chi vi cerca significati o rapporti con la vita quotidiana. Un tempo con poche righe si trasmettevano situazioni esistenziali. Ma oggi quale fortuna avrebbero pochi limpidi versi come “Ed è subito sera?” Oppure lo stesso Leopardi del “Dolce e chiara è la notte e senza vento”, dove il miracolo avviene per una semplice collocazione delle parole? Non credo che oggi si consideri molto la poesia che sfugge al nonsenso, che senza forzature, termini preziosi, desueti e artifici, traduca in immagini proprie emozioni e desideri, sublimazioni che mettono in contatto immaginario e realtà. ( non sono un cultore di letture poetiche, ma leggo regolarmente presso un'emeroteca alcune riviste di poesia).
Io non sono nemmeno dilettante, secondo i canoni attuali: gioco un po' con la lingua e nel contempo scopro il mio inconscio. Nemmeno saprei discernere quando si tratta di “arte” e quando di un artefatto arbitrario e non creativo, per questo non sono per ora preparato a espormi con ragionati giudizi . Riconosco tuttavia che spesso si tratta di omologazioni alle aspettative di chi non ha elevate esigenze. Spesso si tratta di quei topos accolti con compiacimento, usati nei modi più tradizionali, dove anch'io facilmente vi cado anche senza accorgermene, di appelli al buonismo, se non di combinatorie terminologiche senza ritmo e informatività. Giustamente ti riferisci alla Merini che non so quale fortuna avrebbe avuto se non avesse qualche trascorso biografico d'eccezione e di gran presa, e il fiuto di qualche mecenate. Infatti non tutto ciò che se ne ha pubblicato è omogeneo per qualità, a parer mio. Lo stesso avviene per qualche poeta dialettale ipervalutato e dalla produzione sterminata e inevitabilmente anche mediocre e ripetitiva. ( es. Marin). Bartezzaghi dice che non si deve chiedersi cosa voglia significare un poeta, può darsi che si appoggi solo al suono. Così Asor Rosa afferma che la poesia è ritmo, anche se il senso è assente. Quindi tale affermazioni mi distanziano quanto mai da osare alcuni giudizi che non siano inficiati dal mio gusto personale.
Per me è vedere la realtà con occhi poetici, anche da parte di chi solamente sceglie versi di qualità e li sa leggere ( importante), pur non componendone.

Grazie per l'attenzione che mi ha stimolato ad ampliare una riflessione.


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