Ho percorso il sentiero che conduce
agli anni perduti, fra gelsi e limoni.
Scorreva in ruscelli d'oro la luce:
ho rivissuto morte emozioni,
ascoltando il favellio delle cince,
riflesso da pampini e fronde,
là dove il passato ti avvince
e pare ancora vivo nel palpito d'onde.
Ti ho rivista seduta sulla panca
come allora, all'ombra dei ciliegi,
quando, gli occhi volti alla bianca
distesa dei convolvoli, ai fregi
celesti fra i ciuffi delle stiance,
ascoltavi la musica del vento,
suono vibrante di verdi ance.
Contemplavi la luna, lago d'argento.
Fantasticavi e non sapevi, amore.
Saltellavano sulla riva le ballerine,
tra acqua e azzurro nel chiarore.
Lontana, pur prossima, era la fine.
Fuggì subito quel tempo infinito.
Tu non percorri più quella strada.
Ora guardo il mondo triste, sfiorito,
mentre il ricordo adagio si dirada.
[Modificato da macrino 07/06/2018 19:50]
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