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Spettri

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2018 16:44
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09/02/2018 16:44
 
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Frammento di un romanzo

Ora erano lì, attorno al tavolo del ristorante, con le posate lucide, i calici di cristallo, la candela abbellita da gale di seta. Ora erano lì, tre spettri dei fantasmi che erano stati ed il contrasto stridente tra l’atmosfera vellutata del locale e l’algido clima che cristallizzava tre esistenze distrutte, era per Alessio intollerabile, inumano.

- Mi echeggiano nella mente sempre più spesso i versi di una poesia scritta da Alexandr Blok: ‘Nei cuori, una volta esultanti/è ora un vuoto fatale’. Così Alessio scoccò la freccia destinata a dirigere la conversazione fra i tre verso bersagli terribili.
- Questi versi si addicono perfettamente alla mia attuale condizione”, riconobbe tristemente Eugenio.
- Aderiscono anche alla mia e non solo per il vuoto che riempie il mio cuore, ma sopratttuto per il senso di fatalità che evocano.
- Fatalità, intervenne Ian, che parola spaventosa, che concetto spaventoso! Spesso mi chiedo per quale ragione anche la più ostinata volontà non riesca a scalfire i decreti del destino.
- Non riesce, perché non esiste alcuna volontà, Ian carissimo. Il libero arbitrio è solo un’illusione: siamo alla mercé del caso più cieco e più bieco.
- Probabile: comunque sia, artefici o no della nostra sorte, colpevoli o innocenti…
- Anche se siamo colpevoli, la colpa non è nostra, disse Ian.
- La colpa ridonda sempre… alluse Alessio, troncando a metà un aforisma di Schopenauer. Quante volte, con quale fervore ho implorato chi avrebbe potuto salvarm! Invano. Qualche giorno fa, mi sono incamminato per una mulattiera: che giornata magnifica! Le mimose erano già tutte in fiore e nel cielo spumeggiavano bianche nuvole. I mandorli erano inghirlandanti di boccioli rosa. Il mare in lontananza scintillava al sole, la luna, appena sorta, era un opale dai riflessi delicati. Ecco - dicevo tra me e me – uno spettacolo così incantevole dimostra in qualche modo che Dio esiste: la natura raggiante, il firmamento limpido, il canto melodioso dei passeri sono riverberi del Creatore, lo stesso, però, che…
- Lo stesso che? Incalzò Eugenio.
- Lo stesso che di fronte ai mali che attanagliano le creature…
- E’ anche per questa ragione che definimmo Dio un essere paradossale, rammentò Ian.
- Sì, è anche per questa ragione. L’altra mattina mi sono svegliato ed era come se fosse andato via. Ho avuto questa strana, netta sensazione.
- Addio a Dio? Chiese Ian.
- Sì, si sarà stancato di me, delle mie paturnie. In fondo, sono ancora un privilegiato ed altri hanno più bisogno di me.

Alessio pensava che Eugenio avrebbe replicato, cercando di convincerli che stavano fantasticando, ma l’uomo fissava ora un interlocutore ora l’altro, mentre con amara voluttà gustava il piatto di tagliatelle con i funghi. Ian, invece, privo di appetito, piluccava qualcosa della pietanza ordinata: innanzi agli occhi della mente Alessio vide il povero giovane smagrito, gli occhi incavati, la pelle bigia, ormai consumato dall’inedia. Cercò di allontanare quell’immagine spettrale in cui vedeva, come in uno specchio profetico, sé stesso, di lì a poco.

- Dio? Sono sempre stato ateo, esclamò Eugenio, eppure…
- Eppure?
- Eppure spero che Dio esista, lo spero con tutta la mia anima, diversamente significa che il male è destinato a trionfare.
- Non so se sia preferibile essere atei o dei credenti perplessi, come me e Ian. Vedi chi non rinuncia, almeno in una certa misura, a confidare in Dio, allo stesso tempo, ogni maledetto istante della sua vita, è obbligato a chiedersi perché un Padre onnipotente e misericordioso sia così indifferente nei rispetti dei figli che patiscono pene inenarrabili. Non è meglio allora essere miscredenti? Non è meglio gettar via questa fede senza fiducia? Che cosa chiedono poi molti infelici? Non il denaro, il successo, il potere, ma soltanto un piccolo conforto alla loro immensa desolazione. Chiedono un segno purchessia: essi, nottetempo, si svegliano di soprassalto, si precipitano fuori e, al cospetto del cielo trafitto dalle schegge delle stelle, al cospetto del disco graffiato della galassia, invocano un soccorso che non arriverà. Al loro grido risponde solo un inossidabile silenzio.


[Modificato da macrino 09/02/2018 16:51]


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