Quando ti sentirai precipitare,
come un granello spinto sul fondo dalla corrente,
quando sentirai le ombre allungarsi
e udrai solo i grilli nascosti ed il fruscio dei rami secchi,
quando tutto attorno a te si fa sfocato,
si confonde in una notte senza stelle
e saranno spariti colori, luci e le vuote parole,
allora chiamami sottovoce, scrivi il mio nome sulla sabbia,
lasciati andare: io ci sarò.
Non faremo chissà che bagordi, non molto,
per carità,
solo una o due battute inopportune e sorrisetti impertinenti.
Giusto per ricordarti che in nessun caso sei solo.
Non rammenti il mio nome?
Non preoccuparti caro, te lo scrivo or ora,
così sarà sempre con te:
"Amico".
"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia