Molto cruda e triste, risalta molto il contrasto tra l'atmosfera iniziale, giocosa e infantile, con la successiva descrizione spietata, pur rimanendo in una dimensione fiabesca
"Cadesti a terra senza più lamento" e i continui riferimenti ai fiori mi ricordano De André in "La guerra di Piero", e in effetti il contesto non è molto dissimile
Mi è piaciuta molto
"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia