Credo che questa poesia abbia centrato quello che a mio avviso è uno degli obbiettivi più nobili a cui un testo in versi possa aspirare: quello di essere aperto a più intepretazioni. La mia è questa: il Narratore viene scosso da una forza ignota e portato a sperimentare la vita in tutte le sue sfaccettature, comprese quelle meno piacevoli. Al termine della sua esistenza, Egli si accorge di provare nostalgia per quello che hai giustamente definito il "carosello" della vita (e qui mi sembra di cogliere un'allusione all'idea della vita intesa come gioco un po' folle) Le "pallide mani gelate" potrebbero essere, dunque, quella della morte stessa. Molto bella e suggestiva.
"Lo so che l'amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora"
("Ci sono molti modi", Afterhours)