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Parole vuote

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2016 17:55
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17/09/2016 17:55
 
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Spesso mi chiedono perché mi preoccupi tanto delle parole che la gente pronuncia, mi dicono che le parole utilizzate non sono poi così importanti rispetto al contenuto di un discorso. Ma le parole sono subdole, sguscianti, ogni parola che entra nel nostro cervello ha un effetto sul nostro pensiero, possono essere uno strumento del bene comune ma anche terribili mezzi di controllo. Oggi accendo la TV, cosa che non lo faccio da un po’, e la prima cosa che noto è il particolare uso che si fa del linguaggio. Specialmente nel linguaggio pubblicitario, ogni espressione, inflessione, pausa è studiata per colpire i punti deboli del target di riferimento, le parole non devono necessariamente avere un senso logico nel contesto del discorso, anzi non lo hanno il più delle volte, il senso non è importante quanto le emozioni e le immagini mentali che esse suscitano. Mi viene in mente il romanzo “1984” di George Orwell e la neolingua, un particolare linguaggio creato per scongiurare lo sviluppo di qualsiasi tipo di pensiero eterodosso nella mente dei cittadini, in neolingua le parole perdono ogni significato secondario rispetto al concetto che esse vogliono esprimere, in maniera speculare il linguaggio pubblicitario spoglia la parola del suo significato principale aprendola alle più svariate interpretazioni, in modo tale che l’ascoltatore le dia il significato per lui più soddisfacente così che esso si rispecchi in quelle parole credendo di essere compreso da un interlocutore esterno, quando in realtà egli si rispecchia in se stesso e nel suo stesso pensiero. Cambio canale, in una stanza ovale sono seduti alcuni esponenti della politica italiana che discutono tra loro di importanti questioni riguardanti il nostro paese, apro le orecchie ed ascolto. Ancora una volta l’uso delle parole mi sembra strano, distorto, penso che nessuno nella vita di tutti i giorni parlerebbe nel modo in cui questi signori discutono ora in quella stanza, mi accorgo che essi seguono lo stesso principio del linguaggio pubblicitario, essi sono a tutti gli effetti dei mercanti, la loro merce è la speranza, il loro target (a vari livelli) è la paura.
Alcuni di loro in particolare sono professionisti, consapevoli o no, di quelle che chiamo “parole vuote” termini senza contenuti urlati a gran voce per suscitare partecipazione emotiva nell’ascoltatore medio. A proposito delle parole vuote ho scritto questo monologo, per il quale forse un giorno troverò un contesto:

« La maggior parte della gente da poca importanza alle parole. Loro vivono di parole vuote, parole senza significato che non esprimono nulla se non il suono che esse producono. Sai cosa sono le parole? Cos’è il linguaggio? È il tentativo di tradurre la nostra mente, ogni volta che parliamo tentiamo di decodificare il linguaggio senza codici del nostro pensiero, è un compito impossibile ed ogni volta falliamo miseramente. Tu credi di pensare usando le parole, quella serie di codici verbali che hai imparato ad utilizzare nel corso della tua vita, e nel mondo vi sono numerosi codici tutti diversi, ma cosa ci resta se eliminiamo questa costruzione sociale dall’equazione? Il pensiero nudo, puro, assoluto, quel linguaggio che tutti noi sperimentiamo singolarmente ma che non riusciremo mai ad esprimere appieno neanche conoscendo tutte le parole di tutte le lingue del mondo. Le parole sono il contenitore nel quale facciamo sgocciolare frammenti del pensiero assoluto attraverso il filtro strettissimo della lingua. sai cosa succede quando ascoltiamo parole vuote? Cerchiamo di riempirle con il nostro pensiero assoluto, ed ognuno le riempie in modo diverso, ognuno le da il significato ad esso più comodo, per questo ne siamo così attratti, bramiamo i contenitori vuoti come pesci attirati da un’esca e ci facciamo abbindolare dai predicatori del nulla!
Per quanto mi riguarda cerco di limitarmi nel pronunciare parole vuote parlando il meno possibile, ma probabilmente questo serve solo ad illudermi di poter impedire ad altri di riempire le mie parole con pensieri che non mi appartengono. »




Le parole sono importanti!
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