Ci crediamo pioneri del degrado
che ormai ha già fatto il suo tempo, ma:
Siamo esempi di massa, esempi per la massa,
adatti si, a superare i limiti, ma
solo per la felicità altrui;
spronati come animali che mangiano zucchero,
svegli perchè dormire, può indurre sogno;
continuiamo a mordere la dura realtà,
avvolta da soffice caramello.
La soddisfazione è nefasta,
sono finiti tutti gli alibi, e allibiti
continuiamo a confondere dipendenze e deficenze.
Lavorare per vivere, vivere per lavorare
arduo il pensiero di chi l' età ha dalla sua parte,
ma le ore si allungano e i giorni diventano ere,
quando il futuro passa dal rubinetto come acqua corrente;
dissetati di cultura, notorietà?
No culutra o vile creatura; coltura?
Hai già colti tutti i frutti, puoi scoprire la terra,
il sole ha finito le batterie e non ci resta,
che scaldarsi alitando verso il cielo:
Pesci tutti a bocca aperta, in branco
occhi sbarrati in cerca di cibo, in cerca di vita,
in cerca di qualcosa che mai li soddisferà;
razze, colori e buoncostume non fanno di te
qualcosa di diverso.
Ho rubato un filo di lana, e della birra
tesso ora un ragionamento sobrio da iniziative,
Apparenza diventa routine,
vittima di me stesso per un po di comprensione,
vittima della comprensione per trovare me stesso.
Abbiamo perso il senso della carne, procreato figli dell' odio,
e accontetatoci di una bellezza ubriaca,
non degna molto spesso di noi;
abbiamo trombato a destra e manca,
per il piacere di fare sport,
siamo arrivati in finale ma ci siamo scordati come giocare.
Non guardo il tempo, anche se ne conosco
la chiave di lettura, pretendere maturità
in cambio di esso è meschino e disumano;
hai cucito la tua bocca senza chiudere il filo,
stolto ora eviti decisioni per paura
che la vita ti chieda il conto.
Ho perso il filo finito la birra, la materia e forse la sintassi.
Siamo meticci in attesa di riconoscimento,
in attesa di quell' amore che non è vincolabile dalla parola stessa.
L'odio edio.