Ipocresia

La tua poesia molto Bukowskiana sulla mente umana disegnata come quasi animalesca, trasportata solo dagli impulsi, mi piace. Una mente obnubilata dagli istinti, una mente che ha perso il significato profondo dell'amare. L'amara invettiva contro la religione è la fonte dell'ipocrisia da cui il titolo. Se ho ben capito l'uomo predica la pace attraverso il suo bisogno religioso di risposte ma razzola un quotidiano odio fratricida.
Le non-poesie americane tardo novecentesche hanno preso un posto di diritto nella più recente lirica, vuoi ispirarti a questo modo di poetare in cui il contenuto supera la forma. Sei ancora acerba però, ti manca il guizzo della critica ironica e devi ancora trovare una tua identità lessicale e sintattica. Ti abbandoni a dei versi, molto poetici per carità, ma che stonano in un certo qual senso con la tradizione cui ti vuoi rifare. Ne risulta una poesia carina nel suo complesso ma che manca del vero e proprio spunto artistico. Ovviamente tutto ciò si affina con la pratica, il consiglio che mi sento di darti per ora è di lavorare di più sulla poesia, di non lasciarla così com'è venuta, non puoi ancora permetterti di farlo. E occhio a certi errori sintattici!
Di seguito il frammento secondo me migliore di tutto il componimento:
"poi si ritrovano
a pregare
con mani
sporche di odio."

A rileggerti con attenzione.
Johnny.P approva