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Una canzone

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2015 18:47
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31/05/2015 15:45
 
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Tra stese di corse e di viole
s’adunano gli anni
scansando lembi discosti
di dossi e vuote parole.
Scollinano in arabeschi
di giochi distratti del sole
che adagio discende la roccia.
Si levano oltre il brusìo del tramonto
in questo ritmico incontro
di rami in bianco fiore.

E al cuore avvezzo
a musica lieve o di grande vigore
sembra di essere melodia e voce
che si allarga giù per la valle

in un’infinita canzone

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01/06/2015 13:10
 
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Gli anni che possono diventare melodia. Apprezzata [SM=g27811]


...

Sogna come se dovessi vivere per sempre. Vivi come se dovessi morire oggi.
(James Dean

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01/06/2015 17:28
 
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sembra di essere melodia e voce
che si allarga giù per la valle

in un’infinita canzone


Musicale come una...canzone canta il trascorrere dei giorni, degli anni, il sole che picchia e che tramonta. La ciclicità della natura e della vita.
Piaciuta

[SM=x142887]

Laura.


...

Laura______Raggio di Sole21.
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01/06/2015 23:24
 
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parto dal finale.

E al cuore avvezzo
a musica lieve o di grande vigore
sembra di essere melodia e voce
che si allarga giù per la valle

in un’infinita canzone


la parte evidenziata, così evocativa nell'atto di allargarsi giù per la valle mi piace tanto; decisamente dejà vu o comunque non di mio gradimento "E al cuore avvezzo / a musica lieve o di grande vigore", non tanto per il concetto quanto per i termini usati... cuore / avvezzo /vigore... li trovo un po' vecchi e stantii [SM=g27819] o comunque mi evocano sensazioni tali. Comunque non è una grossa pecca dal mio punto di vista perché la prima parte mi ha colpito molto sia per il significato che per la levità delle immagini e della musicalità del linguaggio, e la riporto tutta ad onore dell'Autore perché tanto mi sembra compiuta che per me potrebbe finire lì. ma questo nopn è un invito a eliminare la seconda parte, solo a modificarla - eventualmente - nella parte più debole - sempre secondo il mio parere.

Tra stese di corse e di viole
s’adunano gli anni
scansando lembi discosti
di dossi e vuote parole.
Scollinano in arabeschi
di giochi distratti del sole
che adagio discende la roccia.
Si levano oltre il brusìo del tramonto
in questo ritmico incontro
di rami in bianco fiore.



[SM=x142887]




[Modificato da Rosy.S 01/06/2015 23:25]
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03/06/2015 15:45
 
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Allora, vado in ordine.
Ringrazio A.Bonelli per il commento, hai colto pienamente quello che volevo comunicare

Un grazie anche a Laura per il commento e per l'apprezzamento

Inoltre ringrazio Rosy per il commento ma soprattutto per le annotazioni e i consigli che ritengo un ottimo modo per potersi confrontare e migliorare.
A tal proposito riguardo alla parte da te evidenziata avrei pensato di modificarla così (anche se probabilmente può sembrare un pò banale)

E al cuore che conosce
musica dolce ma anche rumore
sembra di essere melodia e voce
....................


Grazie ancora, ciao

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03/06/2015 16:48
 
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Niente da aggiungere al sentore comune. Versi che scorrono musicali come lo sciabordio delle onde... Bella [SM=g27817]
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03/06/2015 17:00
 
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le parole sono pietre,anche se scritte.
escono in un determinato contesto,in una emozione del momento.
quello che ne vuoi farne dopo,si allontana dalla coerenza.
non c'è più coesione tra parola e l'emozione che l'ha prodotta.
non cambiare niente,sara migliore forse per gli altri,ma non sara piu la tua.
senza offesa ma io la penso cosi.
PIACIUTA. [SM=x142845]
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03/06/2015 18:28
 
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Ti ringrazio Nakurisch per la lettura e per l'apprezzamento.

Ringrazio anche te Italmarko per aver commentato.
Riguardo alle tue considerazioni, confermo quello che ho scritto in precedenza e cioè che per me annotazioni e consigli sono ben accetti anzi sono molto importanti per poter migliorare (e senza fingere modestia ritengo di aver tanto da imparare e migliorare). Si valutano eventuali critiche, i suggerimenti ricevuti e poi chiaramente mi sento libero di recepirli e attuarli (se ritengo che siano migliorativi e non modifichino il senso di quello che volevo comunicare) o meno. Ritengo inoltre che confrontarsi in un forum frequentato da appassionati di scrittura (in questo caso in particolare di poesia) consenta di approfondire conoscenze in ambito metrico e del linguaggio utilizzato.
Un saluto, ciao
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03/06/2015 19:45
 
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le parole sono pietre,anche se scritte.
escono in un determinato contesto,in una emozione del momento.
quello che ne vuoi farne dopo,si allontana dalla coerenza.
non c'è più coesione tra parola e l'emozione che l'ha prodotta.
non cambiare niente,sara migliore forse per gli altri,ma non sara piu la tua.



Dato che sono stata io a fare qualche rilievo al testo, voglio anch'io rispondere ad italmarko.

Chi lo dice che le parole sono pietre?

e poi anche se lo fossero, pure le pietre subiscono trasformazioni, goccia dopo goccia...

Le parole possono essere pietre ma anche poi vedi, al mare cerchiamo i sassolini ma prendiamo quelli più belli, così le parole devono essere congeniali, invece a volte risultano approssimative

a volte sono come dei refusi: ci viene da scrivere "così" anche se vorremmo scrivere "cosà", certe volte le parole giuste ce le abbiamo sulla punta della lingua ma non si sciolgono, non in quel momento in cui ci affrettiamo a fermare sulla carta l'idea, l'emozione, certo, ma l'emozione senza una forma adeguata non viene in larga parte condivisa, ed è quello che è successo a me in quel pdeterminato passaggio: ho avvertito una specie di 'idiosincrasia', non pretendo che gli altri la percepiscano come me e non pretendo neanche per sogno che l'Autore accetti passivamente l'appunto, sarà lui a decidere ma se glielo avessi taciuto sarei stata falsa e menefreghista, il che non corrisponde a quella che sono...

Sarebbe stato un peccato tacerlo perché secondo me se si può uniformare il livello di una strofa al resto della poesia che è molto bella, perché non provarci?
Perché ostinarsi a non cambiare niente?
Siamo sicuri che la prima volta siamo più veri e corrispondenti a quello che l'animo detta?
Se tu hai questa sicurezza ti invidio, sarà che a me raramente mi viene una poesia "bella e finita". Siampo nati per pensare e ripensare, ma anche per scavare in un punto più profondo di quello dove la prima volta ci siamo consumati le unghie.

Come si fa a dire che la poesia non sarebbe più sua dal momento che non ci ho messo nulla di mio?

Io esorto invece chiunque riesca a mettersi in discussione a prendere esempio dai Grandi che non si sono certo fermati alla prima versione... ma questo lo sai anche tu.

E poi alcune volte è proprio il suggerimento ad essere utile: magari quello che uno mi suggerisce mi apre la mente a un'altra soluzione, oppure è proprio la quadratura del cerchio; mah, io il narcisismo esasperato di chi non cambierebbe neanche una parola solo per poter dire "questa è mia" non lo capisco e non lo condivido, in un forum ha anche poco senso non confrontarsi allo scopo di aprire quattro occhi su ciò che due soli non vedono, a volte.

Mi scuso per la prolissità ma credo che sia utile chiarirsi.


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03/06/2015 20:15
 
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passeggiando:


Inoltre ringrazio Rosy per il commento ma soprattutto per le annotazioni e i consigli che ritengo un ottimo modo per potersi confrontare e migliorare.
A tal proposito riguardo alla parte da te evidenziata avrei pensato di modificarla così (anche se probabilmente può sembrare un pò banale)

E al cuore che conosce
musica dolce ma anche rumore
sembra di essere melodia e voce
....................


Grazie ancora, ciao





Grazie a te che hai accettato di metterti in discussione.

No, non è banale, solo stavo riflettendo sul diverso senso delle due versioni, vediamo:
Prima dicevi che il cuore è avvezzo, cioè abituato, qui invece dici che il cuore conosce. Il senso è un po' diverso, ma forse preferisco quel "conosce" per un senso più ampio rispetto all'abitudine che è una cosa più superficiale;

riguardo al confronto tra vigore e rumore: non sono convinta che "rumore" sia il termine giusto, perché ha un'accezione più negativa, mi fa pensare a un frastuono, a un fastidio, il che contrasterebbe con i bellissimi versi successivi... credo.
E' così indispensabile quel termine? Forse il tuo intento era quello di creare un contrasto, cioè di unire le due polarità della musica, quella dolce e quella che trasmette più vitalità ed energia? Se questo è quanto volevi dire, avrei pensato magari a una metafora che suggerisca quelle sensazioni:

E il cuore in carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembra essere melodia e voce


Il tutto, inserendo anche uno spazio bianco a separare la prima strofa, sarebbe così:



Tra stese di corse e di viole
s’adunano gli anni
scansando lembi discosti
di dossi e vuote parole.

Scollinano in arabeschi
di giochi distratti del sole
che adagio discende la roccia.
Si levano oltre il brusìo del tramonto
in questo ritmico incontro
di rami in bianco fiore.

E il cuore in carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembra essere melodia e voce
che s'allarga giù per la valle

in un’infinita canzone



Un'altra variante potrebbe essere questa, ma mi sembra meno scorrevole:

Nel cuore carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembran d'essere melodia e voce
che si allargano giù per la valle

in un’infinita canzone



ma se preferisci rumore o altro lascialo pure, non devi assolutamente sentirti condizionato.

Un saluto



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04/06/2015 18:47
 
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Grazie a te che hai accettato di metterti in discussione.

No, non è banale, solo stavo riflettendo sul diverso senso delle due versioni, vediamo:
Prima dicevi che il cuore è avvezzo, cioè abituato, qui invece dici che il cuore conosce. Il senso è un po' diverso, ma forse preferisco quel "conosce" per un senso più ampio rispetto all'abitudine che è una cosa più superficiale;

riguardo al confronto tra vigore e rumore: non sono convinta che "rumore" sia il termine giusto, perché ha un'accezione più negativa, mi fa pensare a un frastuono, a un fastidio, il che contrasterebbe con i bellissimi versi successivi... credo.
E' così indispensabile quel termine? Forse il tuo intento era quello di creare un contrasto, cioè di unire le due polarità della musica, quella dolce e quella che trasmette più vitalità ed energia? Se questo è quanto volevi dire, avrei pensato magari a una metafora che suggerisca quelle sensazioni:

E il cuore in carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembra essere melodia e voce

Il tutto, inserendo anche uno spazio bianco a separare la prima strofa, sarebbe così:



Tra stese di corse e di viole
s’adunano gli anni
scansando lembi discosti
di dossi e vuote parole.

Scollinano in arabeschi
di giochi distratti del sole
che adagio discende la roccia.
Si levano oltre il brusìo del tramonto
in questo ritmico incontro
di rami in bianco fiore.

E il cuore in carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembra essere melodia e voce
che s'allarga giù per la valle

in un’infinita canzone



Un'altra variante potrebbe essere questa, ma mi sembra meno scorrevole:

Nel cuore carezze di note
e lampi d'intenso bagliore
sembran d'essere melodia e voce
che si allargano giù per la valle

in un’infinita canzone



ma se preferisci rumore o altro lascialo pure, non devi assolutamente sentirti condizionato.

Un saluto


Rosy sono davvero molto belle le due rivisitazioni che hai proposto per quel passaggio (mi piacciono molto entrambe, anche se tra le due preferisco la prima che hai scritto). Hanno di certo un tratto più poetico rispetto al cambiamento che avevo riportato in precedenza mantenendo a pieno il senso di quello che volevo comunicare sull'aspetto riguardante la musica. Ben accetto è anche il consiglio dell'inserimento di un ulteriore spazio bianco, effettivamente da una maggior pausa nella lettura. Un grazie sincero:-)

P.s. Non mi sento affatto condizionato da questi consigli che anzi mi fa molto piacere ricevere (del resto mi ritengo libero di accettarli o meno, confrontandomi e dicendo la mia) e spero di averne altrettanti per i prossimi scritti che riporterò su questo forum.

Un saluto
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