Ciao, bentornata
Poesia dal simbolismo molto evocativo, specialmente al terzo verso: "vanno senza ritorno verso l'iris", ma anche il concetto dell'esistenza rappresentato dalla ruota del mulino che trae energia dall'acqua pura mentre nel frattempo la l'esistere cambia aspetto e consapevolezza. In contrapposizione le "ferite da scaglie di neri asfalti" e "le verdi distese" che profumano di pace; altrettanto contrastanti il l'acqua limpida del ruscello e la nuvola di fumo, enigmatica (come forse il mistero della morte?)
Alla lettura avverto un andamento narrativo, che si adatta al contenuto evocando l'andare, i passi, l'avanzare delle vite spinte dalle stesse esigenze di cercare e cercarsi. Questo effetto è dovuto agli endecasillabi che però non presentano gli accenti nelle posizioni canoniche.
Hai fatto bene per me a eliminare la rima di mulino/cammino che c'era nella prima versione; forse c'è una reiterazione del concetto in avanzano/vanno?
Nella seconda strofa ora appare due volte "acqua" anche se prima troviamo l'acqua del torrente e poi l'acqua del ruscello
Io ripristinerei un po' il verso precedente con "gira" cambiandolo così:
Lontano una ruota accanto a un mulino
gira e girando lambisce il torrente,
è solo un'idea in modo da eliminare la ripetizione ed eliminando anche i due punti che tendono ad arrestare la fluidità delle lettura che in quei due versi è bene sia scorrevole come la ruota e come l'acqua (osservazione soggettiva
)
Interessante nel complesso, anche se non semplice alla prima lettura
Ciao.