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MARZO PERO'

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2015 01:14
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24/02/2015 08:02
 
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Peppino mi guarda come la sconfitta in persona
non sa nulla di allitterazioni e metafore
non sa che un verso deve avere un ritmo
l’esistenza delle nuvole invece è un problema reale

Se piove nessuno verrà a lavare la macchina
Peppino non capisce perché gli parlo di blog
e non aprirà mai un computer per leggere una poesia
vorrebbe che qualcuno gli facesse una magia
per cacciare le nuvole ed aprirgli il cielo

Ma febbraio si tiene stretta la pioggia
non cede alle lusinghe della mimosa
mettersi da parte, nemmeno per sogno

Anche i mesi sono attaccati al poco che hanno
e Peppino non ha il suo guadagno

Marzo però sta già nella testa
primavera e fiori ai poeti
lavaggio tutti i giorni traduce Peppino
fottendosene di rime e significanti.
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25/02/2015 08:16
 
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Don Chisciotte e Sancio Panza...chi avrà ragione dei due? Probabilmente è il fatto che siano amici, a rendere profonda la loro avventura [SM=g27817]
Poesia apprezzabilissima sia dal punto di vista tecnico che contenutistico. Mi piace [SM=g27811]
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Re:
Nakurisch, 25/02/2015 08:16:

Don Chisciotte e Sancio Panza...chi avrà ragione dei due? Probabilmente è il fatto che siano amici, a rendere profonda la loro avventura [SM=g27817]
Poesia apprezzabilissima sia dal punto di vista tecnico che contenutistico. Mi piace [SM=g27811]




una gran bella cosa l'amicizia (rarissima ahimè!) , sono d'accordo con te. Aiuta molto a capirsi. Bello l'esempio che hai citato
ciao e grazie
franco
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02/05/2015 09:09
 
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Originale il contenuto. Bello come hai saputo tradurre in immagini l'amicizia - inimicizia.
Dal punto di vista tecnico dissento dal mio amico Nakurisch. A meno che non si consideri il non sapere di Peppino contrapposto ai tre versi (gli unici) del suo amico. Devo dire però che non ho controllato la posizione degli aaccenti.
Ciao

[SM=x142887]

Laura.
[Modificato da Raggio di Sole21. 02/05/2015 09:15]


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Laura______Raggio di Sole21.
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02/05/2015 09:35
 
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Ma febbraio si tiene stretta la pioggia
non cede alle lusinghe della mimosa
mettersi da parte, nemmeno per sogno



Il dodecasillabo è da considerarsi un doppio senario. Se il senario ha gli accenti sulla seconda e sulla quinta sillaba metrica (nel caso del dodecasillabo il senario è piano), Il dodecassillabo porta gli accenti sulle seguenti posizioni: seconda, quinta, ottava, undicesima sillaba metrica.
Te lo faccio notare non con saccenza ma perché una volta lo fecero notare a me e adesso ci sto attenta, altrimenti scrivo in versi liberi.
Perdonami e alla prossima.

[SM=x142887]

Laura.


...

Laura______Raggio di Sole21.
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02/05/2015 12:44
 
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cripaf:

Peppino mi guarda come la sconfitta in persona
non sa nulla di allitterazioni e metafore
non sa che un verso deve avere un ritmo
l’esistenza delle nuvole invece è un problema reale

Se piove nessuno verrà a lavare la macchina
Peppino non capisce perché gli parlo di blog
e non aprirà mai un computer per leggere una poesia
vorrebbe che qualcuno gli facesse una magia
per cacciare le nuvole ed aprirgli il cielo

Ma febbraio si tiene stretta la pioggia
non cede alle lusinghe della mimosa
mettersi da parte, nemmeno per sogno

Anche i mesi sono attaccati al poco che hanno
e Peppino non ha il suo guadagno

Marzo però sta già nella testa
primavera e fiori ai poeti
lavaggio tutti i giorni traduce Peppino
fottendosene di rime e significanti.




Ecco, Franco, questa tua l'avrei mandata a un concorso di poesia, il che significa che è una delle tue preferite.
Certamente è una poesia in verso libero: con Franco non ha senso parlare di metrica, perché se individuassimo dei versi metrici sarebbero del tutto casuali; tuttavia io la classifico poesia a tutti gli effetti, con una sua scorrevolezza di lettura, e contenutisticamente parlando, ci vedo due temi: uno è l'antipoetica se per poetica s'intende la pedissequa fedeltà alle regole sillabiche, ritmiche ecc. ecc. di stampo tradizionalista; l'altro tema è quello della realtà oggettiva, di per se stessa antilirica e antipoetica, iper-realistica, greve e anche grave per chi non sa come arrivare in fondo al mese...
Poesia di stampo pasoliniano, dunque, e chissà quanti altri agganci potrebbero trovarvi altre persone fresche di studi e bravi nel fare parallelli tra Poeti...

Franco come Pasolini? Non voglio fare paragoni azzardati, però vi ho trovato qualche somiglianza che me l'ha ricordato in qualche modo, basta leggere questo interessante articolo del Corriere della sera su Pasolini:

"Non costruire la vita come fosse un'opera d'arte, ma l'opera d'arte come fosse la vita: questo è Pier Paolo Pasolini, e questa è la sua poesia. Dunque nessun estetismo, gratuità, finzione, superficialità, gioco. Questo è semmai d'Annunzio, con i suoi limiti e i suoi risultati poetici, anche importanti. Piuttosto, Pasolini percorre lo stesso canale d'indeterminazione reciproca tra letteratura e vita ma nel senso opposto, che è quello del vitalismo, di un atto di poesia che si vorrebbe diretto, intenso, capace di verità, autentico come appunto la vita stessa. Pasolini fa sempre maledettamente sul serio, a cominciare dall'assunzione della sua responsabilità di poeta: verso gli altri, verso se stesso, verso i suoi singoli e sempre integralmente etici gesti di scrittura. Fa così sul serio che la poesia, che pure costituisce per lui il principale dispositivo per pensare e dire la realtà (la poesia è l'unico pezzo dell'organismo Pasolini che non si può togliere senza compromettere il tutto), viene sempre in qualche misura avvertita come inadempiente e, dunque, come colpevole rispetto a qualcosa che resta comunque inespresso. E per un poeta che sull'esaustività del dire, sulla ricerca di una totale estroversione ed effabilità della lingua poetica ha giocato quasi tutte le sue carte, si tratta senza dubbio di una specie di rovello tragico, di cupo controcanto sotteso a ogni verso, come un pugnale piantato nella schiena, a tradimento. Rispetto alla parola poetica la vita - tutta quanta la vita, perché Pasolini niente di meno che questo ha voluto - è destinata a rimanere sempre un passo più in là.

Così, per quanto nel suo vasto sperimentare lo scrittore abbia ora chiuso ora aperto al massimo le sue paratie espressive, dalla filologia lirica in friulano della Meglio gioventù, alle terzine neodantesche e neopascoliane delle Ceneri di Gramsci (la poesia in caccia della prosa), al quasi informale di Trasumanar e organizzar (la prosa in caccia della poesia), i versi di Pasolini portano comunque con sé una frustrazione, il dolore per una impossibilità. A fronte di un desiderio così inappagabile - l'evidenza della realtà, quello che sono gli uomini, quello che io sono, il mio corpo, i miei pensieri, il mio Paese col suo volto piagato e il suo retaggio di storia -, davvero non c'è parola che basti, che non si bruci in se stessa, come nel tempo di una performance. Non resta che inseguirla, la vita, rinnovando e ridefinendo come fosse sempre la prima volta quel sacro e maledetto gesto del dire tutto che è medicina e droga insieme, a ogni nuova parola, nuovo verso, nuova poesia, nuovo libro.

Poligrafo, manierista, versatile, polimorfo, dotato di uno stupefacente talento mimetico di forme e linguaggi poetici, si può dire che Pasolini non abbia posseduto un suo modo esclusivo d'espressione, un suo stile. A meno che non si voglia attribuirglieli tutti. Al tavolo di lavoro qualsiasi schema formale viene assunto strumentalmente per raggiungere quel qualcosa d'altro che ho chiamato vita o realtà, e che la letteratura non è. Anche il poemetto narrativo e didascalico - architettato sull'impalcatura dei grandi assi tematici politico-civili, ma animato e reso incandescente da dentro, cioè dall'insistenza e dall'umanità dell'intonazione dell'io-personaggio (il candore assieme alla colpa, di cui ha parlato ad esempio Zanzotto), dall'irresistibile capacità di «toccare» posseduta dalla sua voce -, anche questo poemetto, dicevo, in cui può riconoscersi forse il principale marchio della fabbrica pasoliniana, non è che una macchina (da presa, alla lettera, come poi nel cinema), un congegno transitivo, una trappola azionata per catturare ed esibire quanto più io e quanta più realtà possibili. Le sue forme espressive, tutte quante, portano con sé qualcosa di aleatorio, di più o meno felicemente tentato. Lo stile per Pasolini non è mai un'entità organica, un fatto inevitabile. Inevitabili sono semmai gli argomenti, l'urgenza radicale della realtà, la pressione del mondo che si vede. Più che una lingua poetica, ha inventato un modo di fare poesia. Ho scritto così, sembra dire in ogni suo testo, ma avrei potuto dire le stesse cose altrimenti, prenderle per un altro verso, scrivere un'altra poesia. Il patto sacro - la Legge! - di reciprocità tra forma e contenuto che è alla base della poesia, con questo poeta viene messo in causa all'origine".
(fonte web: www.corriere.it/cultura/eventi/2011/secolo-poesia/notizie/galaverni-pasolini-poesia-specchio-vita_6bf87432-56ed-11e1-a6d2-3f65acf5f7... )


Ecco, le parti evidenziate coincidono molto con il tipo ti poesia che Franco re-inventa sull'input della realtà che lui osserva.
Se troviamo nei suoi versi assonanze e consonanze, esse non sono cercate, non sono volute, sono note gradevoli casuali come di chi suonasse ad orecchio e non perché ha studiato la musica.

Resta da vedere se un giorno deciderà di affrontare uesta sfida a se stesso, perché il ritmo e la metrica sono comunque uno strumento in più. La cosa che non sanno, coloro che non scrivono in metrica, è che imparare a farlo è difficile all'inizio, ma poi lo si introietta come una cosa naturale che viene da sé.
La mia stima, non solo come amica, ma anche poeticamente parlando, non viene certo a mancargli, ma questo non toglie che la mia proposta era e sarà volta a una semplificazione, laddove mi blocca l'ermetismo di metafore non decodificabili da chi non conosce fatti e antefatti a cui si riferisce.

Ho colto nella figura di Peppino una sua verità molto comune nei ceti economicamente svantaggiati, anche nel mondo contadino in cui sono vissuta mi sono sentita dire "La poesia non dà pane", sapere cosa sia il ritmo di un endecasillabo o le figure retoriche che usano i poeti non cambia la vita a chi non ha neanche tempo e voglia di elevarsi con il proprio animo al di là dei limiti della vita materiale: Peppino è stanco di una vita che ad alcuni restringe l'orizzonte al buco di un imbuto, perciò non ha speranza nel domani, solo uno strenuo senso di fatalismo onirico:

vorrebbe che qualcuno gli facesse una magia
per cacciare le nuvole ed aprirgli il cielo


sa che:

Anche i mesi sono attaccati al poco che hanno
e Peppino non ha il suo guadagno

Marzo però sta già nella testa
primavera e fiori ai poeti
lavaggio tutti i giorni traduce Peppino
fottendosene di rime e significanti.





E bravo Franco, come non condividere i tuoi versi?
Belli nel contenuto, e la forma è congrua con questo senso antilirico della vita, fatto invece di necessità e ristrettezze.

Volendo uscire dal contesto del commento puramente analitico, possiamo dire senz'altro che la realtà politica e socio-economica, alla cui crisi non si vede la fine, "facilita" questo tipo di scrittura, perché la forbice che vede agli antipodi ricchi e poveri si allarga sempre di più, con lauti stipendi ai politici e ai vertici da una parte e le briciole che restano a chi ha un misero lavoro o neanche quello dall'altra parte...


(Versi di Pasolini):

Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni.

Altre poesie di P.P.P. le trovate qua:

www.poesie.reportonline.it/poesie-di-pier-paolo-pasolini/in...


Ciao.




[Modificato da Rosy.S 02/05/2015 12:45]
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Rosy, ora sto partendo: ti risponderò appena arrivata a casa.

[SM=x142887]

Laura.


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Laura______Raggio di Sole21.
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Molto bella ed interessanti i contrasti,
in fondo gli amici veri si accettano per come sono .
Interessante il linguaggio usato per descrivere un rapporto d'amicizia.
Bravo.


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Simone Corrieri
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02/05/2015 20:15
 
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Sorrido perché si è capito che forse ti piace lievemente Pasolini.
Sorrido perché ritieni che ogni cosa pubblicata sul “Corriere” sia Vangelo.
Sorrido perché senza l’ indicazione del tuo link, poveri noi, ci saremmo persi nel mare del web e nessuno avrebbe potuto gustare la poesia di Pasolini che tanto ti affascina.
Spero tu sorriderai con me.
Ma veniamo alle cose serie.
Pasolini, è vero, attraversò fasi di sperimentalismo, in cui l’ elemento destrutturante era costituito ora dal dialetto, ora da una fede politica, ora nel dipingere certe realtà rionali che troppo spesso si dimenticano. Ma spesso si dimentica anche la parola destrutturante e insieme sperimentalismo. Allora tutta la “pappa” citata dal “Corriere” perde consistenza perché la vita non è sperimentale.
Pasolini poi conosceva perfettamente la metrica tanto da essere uno dei pochi poeti (non dirò l’ unico perché non mi piace estremizzare un concetto) a recuperare strutture metriche che nel Novecento erano un po’ desuete. Notevole no? Ma forse il “Corriere” si è dimenticato di Ungaretti , solo per citare un esempio, del suo ermetismo iniziale (perché non usare la parola sperimentalismo che tanto ci piace anche qui? Perché l’ ermetismo raggruppò una serie di poeti? Non mi basta. Ungaretti recupererà l’ endecasillabo. La sua vita, evidentemente l’ aveva portato là. “Vita d’ un uomo”. Perché non pensare a Pascoli che tu stessa hai nominato che andrà regolarizzando il suo verso con lo ‘aiuto e lo studio dei classici greci. Potrei continuare ma non voglio fare la parte della saccentone.
Ecco, secondo me, la poesia in questione è molto dinamica (il tuo paragone con la forbice in economia è molto calzante).
Nella poesia analizzata l’ elemento destrutturante è la figura di Peppino ignaro persino di cosa sia una poesia. Questo per darne una lettura partendo dalla tua, dalla quale, in questo caso, mi allontano. Secondo me, Franco che ha tutte le capacità per farlo, può trasformare i versi che segnano il momento di passaggio (e in questo caso sarebbero più di tre) in versi più regolari. Non vedo cosa ci sia di male. O siamo attaccati ai paragoni con poeti illustri? Io di solito evito certi discorsi perché questo è un forum di poeti esordienti, a volte un po' allo sbaraglio, non con la stessa esperienza di poeti ormai illustri. E' chiaro. Per i miei scarabocchi non vorrei mai certi paragoni. Li riterrei fuori ogni logica. E per finire, cara Rosy, ogni autore va contestualizzato e abbiamo l' obbligo culturale di chiederci perché un autore ha fatto certe scelte. Non mi basta un articolo su un giornale.
Se sono stata un po' cattivella è perché sono una rompina anch' io ma ti assicuro che la stima che dici di nutrire nei confronti di Franco è condivisa anche da me. Decontestualizzando il tutto, senza parlare di Pasolini, credo che questa sia la cosa più importante. Poi tu hai le tue idee ed io le mie ma mai paragonare un autore ad un altro!
Non volermene

[SM=x142887]

Laura.


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Laura______Raggio di Sole21.
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02/05/2015 21:21
 
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Anche a me viene da sorridere perche' immagino che il nostro poeta abbia ricevuto un complimento che tutti vorrebbere ricevere: essere paragonato a un grande come Pasolini non e' comune.

Ma non e' solo comune, lo considero anche azzardato quando si tratta di un esordiente ed un grande della poesia, della prosa e del cinema. Un uomo che e' riuscito e continua a rappresentare un simbolo della cultura italiana.

Vorrei invitare anche chi partecipa allo scambio di idee di utilizzare "Il sentiero dei fiori" per indicare il nome di siti dove e' possibile trovare poesie di grandi autori.
_
Ritornando alla poesia, mi e' piaciuto molto il dialogo tra i due personaggi (Don Chisciotte e Sancho Panza come qualcuno li ha definiti). A me e' sembrata pero' piu' una lotta interiore di chi vorrebbe essere piu' realista, ma si lascia trascinare dai sogni e dalla poesia... o viceversa.

Un applauso al nostro poeta, comunque!


[Modificato da debona 02/05/2015 21:27]


...

Giovanna
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02/05/2015 23:04
 
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Raggio di Sole21., 02/05/2015 20:15:

Sorrido perché si è capito che forse ti piace lievemente Pasolini.
Sorrido perché ritieni che ogni cosa pubblicata sul “Corriere” sia Vangelo.
Sorrido perché senza l’ indicazione del tuo link, poveri noi, ci saremmo persi nel mare del web e nessuno avrebbe potuto gustare la poesia di Pasolini che tanto ti affascina.
Spero tu sorriderai con me.



Certo che sorrido, ma ti ricordo che è fatto obbligo, a chi fa citazioni dal web o da libri o comunque da opere/opinioni espresse da altri, citarne la fonte. Per legge. Anche se poi non sempre ci ricordiamo di farlo.

Sui miei gusti poetici circa i poeti noti... me ne piacciono troppi e anche molto diversi tra loro. Non ho mai fatto una classifica... ho le mie preferenze ma non le svelo
(scherzo). [SM=g27823]

Quello che aggiungi su Pasolini è vero ma non inficia il mio parallelo basato su alcune coincidenze che me lo hanno ricordato, non ho detto che Franco è l'alter ego di Pasolini, me ne guarderei bene: ho troppo rispetto per le peculiarità che rendono unici ogni persona i due poeti. perché mi dici

"tu hai le tue idee ed io le mie ma mai paragonare un autore ad un altro!"

Non capisco questa limitazione o divieto, spero solo voglia dire che a te non piace fare paragoni, io ho fatto un parallelo, ho detto che me lo ricorda, ripeto non li trovo identici, ho detto altro.

Ciao




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02/05/2015 23:11
 
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debona, 02/05/2015 21:21:

Anche a me viene da sorridere perche' immagino che il nostro poeta abbia ricevuto un complimento che tutti vorrebbere ricevere: essere paragonato a un grande come Pasolini non e' comune.

Ma non e' solo comune, lo considero anche azzardato quando si tratta di un esordiente ed un grande della poesia, della prosa e del cinema. Un uomo che e' riuscito e continua a rappresentare un simbolo della cultura italiana.




Giovanna cara, dietro un esordiente ci può essere una persona che sessant'anni, cinquanta, settanta, che magari non è noto solo perché non ha pubblicato libri, magari con Case Editrici che non lasciano nell'anonimato il Poeta. Una volta non era come oggi. Voglio dire che si può anche preferire di vivere nell'ombra, coltivando l'amore per la scrittura e per la poesia secondo i propri gusti.
Ci sono poeti che amano scrivere in metrica, altri in verso libero, altri che portano avanti entrambe le poetiche.
Tutto qui.

Ciao

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02/05/2015 23:53
 
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Certo che sorrido, ma ti ricordo che è fatto obbligo, a chi fa citazioni dal web o da libri o comunque da opere/opinioni espresse da altri, citarne la fonte. Per legge. Anche se poi non sempre ci ricordiamo di farlo.


Certo che me ne ricordo e ce ne ricordiamo bene in Redazione dove c' è la massima osservanza per queste cose.
"Tu hai le tue idee io le mie ma mai paragonare un autore ad un altro" . Vuol dire esattamente ciò che hai letto; in poche parole in una discussione ci possono essere tanti pareri nel rispetto reciproco. Sì, in linea generale non mi piace far paragoni di questo genere.
Ciao

[SM=x142887]

Laura.
[Modificato da Raggio di Sole21. 02/05/2015 23:54]


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Laura______Raggio di Sole21.
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03/05/2015 08:47
 
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Raggio di Sole21.:


Certo che sorrido, ma ti ricordo che è fatto obbligo, a chi fa citazioni dal web o da libri o comunque da opere/opinioni espresse da altri, citarne la fonte. Per legge. Anche se poi non sempre ci ricordiamo di farlo.


Certo che me ne ricordo e ce ne ricordiamo bene in Redazione dove c' è la massima osservanza per queste cose.

Laura.



Non ne dubito ma proprio per questo mi sono sembrate, perdonami, del tutto gratuite le seguenti frasi:



Raggio di Sole21.:


Sorrido perché ritieni che ogni cosa pubblicata sul “Corriere” sia Vangelo.
Sorrido perché senza l’ indicazione del tuo link, poveri noi, ci saremmo persi nel mare del web e nessuno avrebbe potuto gustare la poesia di Pasolini che tanto ti affascina.



ad ogni modo anch'io sostengo le mie idee con assoluta convinzione e serietà, ma per un sorriso, dirò che siamo tutti candidati al Nobel [SM=g27824]

Buona domenica,
Rosanna




[Modificato da Rosy.S 03/05/2015 08:48]
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03/05/2015 10:16
 
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Brava, chiudiamo con un Buona Domenica a tutti!

[SM=x142887]

Laura.


...

Laura______Raggio di Sole21.
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04/05/2015 22:41
 
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Chi è Peppino? E’ uno che non sa nulla di poesia e tanto meno di web, blog. Niente delle discussioni talvolta accese, talvolta dolorose sulla poesia stessa in cui si lascia coinvolgere il suo amico. Che sarà mai la poesia?
Dal suo punto di vista qualcosa di assolutamente inutile.
Per lui meglio la magia, più credibile una formula magica di un verso nei confronti della natura.
Non s’è mai visto un poeta deviare il corso di una nuvola ma qualche mago ci prova forse ancora oggi nelle campagne sperdute del meridione. Almeno qualcosa del genere accadeva negli anni della mia fanciullezza.
Peppino è solo un lavaggista che lavora se il tempo è bello.
Nei giorni d’inverno se ne sta sull’uscio della sua officina ad aspettare clienti che non arrivano. D’estate invece, con l’arrivo di turisti e bagnanti, si fa la fila per entrare.
Lavoro dunque ritmato dalla meteorologia non sempre prevedibile, quasi sempre anarchica.
Strana analogia questa, crea una risonanza del tutto misteriosa e inattesa con certo tipo di poesia non scandita da un ritmo regolare, accento sulla sesta, sulla decima etc. molto più vicina di quanto si creda alla vita reale.
Ma quanto ritmo è ancora nascosto in quest’ultima?
Lo stesso ritmo che c'è nell'alternarsi giornaliero del lavoro al riposo, della disoccupazione all’occupazione, della precarietà alla certezza del futuro, dell’esposizione ai raggi della televisione rispetto a quelli del sole; il ritmo che c'è tra la formulazione di un progetto ed il suo fallimento, tra la speranza in un mutuo bancario e la chiusura a riccio dell’universo finanziario, etc.

Pasolini?
Non so quanto c’entri con tutto ciò e non tocca a me dire se il paragone sia azzeccato o meno, ma di certo non sono io il tipo che qualcuno immagina possa compiacersene. Se paragone è stato fatto, io credo sia perché la mia scrittura in qualche modo incuriosisce, azzarda, entra decisamente nel reale.

Strano come quest’ultimo aspetto c’entri sempre con Pasolini, con la sua vita violentemente condotta all’assalto dei valori borghesi, dell’inautenticità, del conformismo e di ciò che chiamava omologazione.

Un nome di scandalo che però scriveva divinamente in ogni modo possibile, maestro comunque si esprimesse. Anche quando, lui che conosceva la metrica, sceglieva di scrivere in verso libero.
Perché non io?
So benissimo che dovrò colmare delle lacune, ma lui (come altri) mi è maestro in quanto mi ha indicato una delle strade che percorrono i versi. Ed è quella che preferisco, che sento più adatta a me, a ciò che sento e a come io la vivo questa benedetta e multiforme poesia.
Ah, quanto amo i "Versi del testamento"!


La solitudine: bisogna essere molto forti
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri
etc. etc.


Nelle mie, di esordiente-dilettante allo sbaraglio, mi limito a seguire il flusso del pensiero, come se questo fosse una molecola in cui ogni verso ha il senso di un atomo, ogni a capo un legame chimico per descrivere e penetrare il quotidiano dei rapporti col mondo in cui viviamo.
Mentre alcuni poeti dal gusto tradizionale si affidano al ritmo della metrica, probabilmente costretti, talvolta, a cambiare l'esatta parola che vorrebbero usare ed a sceglierne un'altra solo perché gli accenti non coincidono, io preferisco un ritmo non tradizionale, quindi le aritmie sono volute, in quanto non svenderei mai il preciso significato che intendo veicolare con i miei versi. Possono piacere o non piacere, questo lo metto in conto, come mi fa sinceramente piacere qualsiasi parere sul quale rifletto e accetto solo se mi convince, ma ringrazio comunque chi mi dedica il suo tempo.
Alla fine per me ciò che conta sono le immagini e le metafore originali che assolvono alla funzione di far riflettere, emozionare; una scrittura che rincorra la musicalità fine a se stessa a me non interessa, tanto meno se edulcorata o infarcita da termini desueti o dejà vu.
Ma anche questo comunque a Peppino non interessa affatto.

Ringrazio tutti\e
Franco
[Modificato da cripaf 04/05/2015 23:12]
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Ero convinta che questa animatissima discussione fosse finita con un bel Buona domenica. Ora il tuo "ringraziamento" riprende tematiche che ho già letto. Hai detto una sola cosa che condivido:

ringrazio comunque chi mi dedica il suo tempo



affermazione che secondo me può chiudere in pace questa discussione e deve coinvolgere necessariamente tutti i partecipanti della discussione, nessuno escluso.

[SM=x142887]

Laura.


[Modificato da Raggio di Sole21. 05/05/2015 00:14]


...

Laura______Raggio di Sole21.
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...e con un buona notte, chiudiamo anche questa discussione e continueremo a chiuderle sino a quando ci saranno nelle discussioni inutili e dannose alleanze. Chi vuole scambiare opinioni che vanno al di la del commento alla poesia, e' invitato ad usare le mail.
[Modificato da debona 05/05/2015 01:27]


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Giovanna
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