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Oggi, ieri, domani

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2015 23:18
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15/02/2015 23:18
 
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Re:
Nakurisch, 09/02/2015 11:29:

Un po' personale e per questo spero non sia troppo astratta. Volevo condividerla con voi [SM=g27817]




Oggi, ieri, domani


Smarrito, questo sono.
Perso in un mare in bonaccia,
dove il vento è in fin di vita
e dal suo fiato non ho risposta.

Tutto scompare.
Nulla è reale.
Anche l’alba tarda a nascere.

E’ stata mia la scelta, nessuna imposizione,
ma libertà non esiste,
è Caso,
è illusione.

Terrore della fine, ma non della Vita,
la Morte è ben nota,
ed anche rispettosa,
di te, di me,
e di chi ormai riposa.

Il terrore è la notte ogn’istante più buia,
dove la vista scompare,
lo scopo s’immerge.

Tutto oscilla, ma tutto tace.
Tutto è niente, ma tutto è pace.

Solitudine con Morte.
Breve Gioia e mala Sorte.



Nakurisch



Una poesia angosciosa, più nei confronti della vita che della morte.
La morte è vista come qualcosa di rispettoso verso ciò/verso chi non è più; con la morte ogni dolore si acquieta, diventa pace.
La vita invece è libertà relativa, siamo sottoposti al corso del Caso, dove il buio nasconde l'orizzonte e si annaspa come avendo perso la vista.
Tutto diventa niente, ma alla fine, solo questo nulla ha la calma della pace.

Non sono affatto sicura di aver colto i tuoi significati, e perciò mi scuso se nella mia rilettura, dove ho cercato di tagliare e alleggerire i versi, qualche significato non coincide. Potrai sempre decidere in piena autonomia come ottimizzarla, nel caso volessi rivederla.
In ogni caso, avverto qui e là qualche passaggio poco musicale, per non dire troppo prosastico, soprattutto questo:

Il terrore è la notte ogn’istante più buia,
dove la vista scompare,
lo scopo s’immerge.


Sento anche un po' di zavorra nei troppi "ma" usati, perciò in questa versione ne ho tolto qualcuno. Anche se amo i versi lunghi, in questo caso penso che versi più brevi facciano risaltare maggiormente il carattere angoscioso del componimento. Pur nella disomogeneità metrica, quasi ogni verso conserva il ritmo canonico proprio del settenario, dell'ottonario, del quinario.



Smarrito, questo sono.
Remo disperso in mare
dove il vento è in fin di vita
e non sento più il suo fiato.

Tutto scompare.
Anche l’alba tarda a nascere
e nulla più è reale.

E’ stata mia la scelta,
nessuna imposizione,
ma libertà è Caso
o solo un'illusione.

Terrore della fine,
non certo della Vita:
la Morte è rispettosa,
di te, di me,
e di chi ormai riposa.

Terrore è questa Notte
più buia ad ogni istante,
Solitudine con Morte.
Breve Gioia e mala Sorte.

Ovunque tutto oscilla
e tutto sembra niente

Ma intanto tutto tace
e tutto intorno è pace.




Mi è piaciuto invertire gli ultimi versi lasciando in ultimo tutto tace/tutto è pace, che induce a una riflessione aperta, dal molteplice significato.
Ma forse non tutto mi è arrivato secondo i tuoi intenti... pardon.
La musicalità però penso si sposi gradevolmente con il ritmo.
Un po' di lavoro in tal senso, nella tua, ci vorrebbe.
Comunque risulta molto intensa.

Grazie per averla condivisa. [SM=g27823]





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