Avevo provato a leggerla un paio di volte e le mie impressioni erano le stesse espresse da Giulio Pinchetti.
Se fossi in te, cercherei una musicalità intrinseca ai versi eliminando qualche rima esterna (se proprio non puoi, farei in modo di nasconderle "al mezzo") e giocando piuttosto con un richiamo di assonanze/consonanze;
per esempio mi piace la falsa rima "foglie/spiraglio", invece non mi ispira la sequenza di "farfalla/palla/sparla" e "luna/fortuna".
Uno sforzettino in più lo farei sintetizzando meglio i significati, magari potresti suddividerla in strofe.
L'ho intesa così:
E' autunno, i rami si spogliano e le foglie cadute sembrano abbandonate; tutto sembra finito, ma inaspettatamente si fa spazio uno spiraglio da cui s'intravede il viso della luna. Chi osserva la scena associa il suo bagliore alla fortuna.
Bello questo passaggio:
Tra i rami, segreti violati
Innocenti voli di farfalla
che mi sembra rimandi a un flash back di ricordanze adolescenziali, anzi infantili, di spensieratezza e di giochi.
Giochi e spensieratezza che sono durate troppo poco.
Sembra che un mago faccia tornare indietro il tempo, alla primavera della vita, ma... tace (non si capisce perché), mentre le foglie si sminuzzano in frammenti sempre più piccoli che non trovano requie neanche da morte.
Bello anche il verso di chiusura (a cui toglierei il punto esclamativo).
Forse i tuoi intenti erano altri ma io l'ho letta così.