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La follia dell'amore

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2014 22:27
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16/05/2014 22:27
 
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Si incontrano di fronte all’ingresso del parco e poi si prendono per mano e senza dire una parola si incamminano verso una meta già decisa, verso una situazione sognata mille volte, verso l’unica emozione che può svegliarli. Oppure ucciderli.
La stanza è già prenotata da qualche giorno. È già tutto pensato e organizzato in ogni singola sfumatura, in ogni piccolo dettaglio, in ogni singolo movimento.
La stanza è al secondo piano, così vanno sulle scale lentamente per assaporare ogni singolo istante e per scolpirlo nell’anima. La stanza è la prima a destra. Uno sguardo e la chiave è nella serratura. Giro. Giro. Uno sguardo e la porta è chiusa alle loro spalle. La finestra illumina dolcemente l’intera camera anche se il sole non è ancora alto nel cielo. Un cielo limpido, sgombro da qualsiasi ombra volesse coprire anche solo un piccolo pezzetto di quella meraviglia, circonda quella situazione così particolare, scalda, con la sua purezza, un’incontro quasi scontato e asseconda con la sua limpidezza quella incomprensibile voglia.
Un letto coperto da leggere lenzuola blu elettrico attende con impazienza di assistere ad una scena forse vissuta chissà quante altre volte, senza però sapere che questa è un’altra storia. E non c’è violenza in questa storia, non c’è ingiustizia, non ci sono rimpianti, non ci sono rancori, solo storia che resterà intrappolata in quelle leggere lenzuola, ancora inconsapevoli. Loro due fermi osservano le lenzuola, il letto, la finestra, il sole che entra. Loro due, fermi, respirano il profumo di quella stanza, di quella mattina, di quella situazione, di tutto quel tempo passato l’una accanto all’altro.
Poi, quasi all’improvviso, i vestiti che prima coprivano i loro corpi giacciono vuoti, senza più una forma precisa, sul pavimento. Vestiti che portano il ricordo di ciò che racchiudevano, che portano, ancora per un poco, un’onda di quel calore che assorbivano, che portano, ancora per un poco, il profumo che diffondevano quelle parti che ora si congiungono.
Le lenzuola che prima erano in un ordine quasi perfetto, le lenzuola che prima erano immobili, le lenzuola blu elettrico che fino a pochi istanti prima erano senza profumo, ora aderiscono ai quei due corpi caldi, ora vengono inondate dal profumo di quei dolci movimenti, ora diventano irrimediabilmente complici di quegli istanti che per sempre rimarranno nascosti nell’intreccio delle loro stesse tele.
Intorno solo il rumore della rete su cui poggia il materasso ma, per loro, intorno è solo silenzio.
Loro due in quel letto e nella testa non un pensiero, nella bocca non una parola, nel cuore non un’emozione. Non c’è emozione. Ma non perché non c’è amore, ma perché l’amore è talmente immenso che non lo si può vivere. Perché ogni istante passato accanto è stato un continuo donarsi l’una all’altro. Ogni istante è stato utilizzato per entrare nei pensieri nel cuore nell’anima l’una dell’altro. Ogni singolo fottutissimo istante è servito a rubare un pezzo l’una dell’altro per non darlo mai più indietro. Questo è troppo grande perché sia vissuto. Perché non si può vivere quando tutto ciò che ci appartiene, tutto ciò che la nostra anima può sentire, tutto ciò che la nostra mente può sopportare non è più solo nostro. È troppo grande perché vuol dire leggere negli occhi in cui ci si specchia ciò che si è.
Il sole ormai è alto nel cielo e dalla piccola finestra ora entrano più raggi, come se volessero assistere a quell’incontro. La stanza non è calda, ma i loro corpi sono incandescenti sotto quelle lenzuola blu elettrico.
Poi un istante in cui può bruciare tutto l’amore possibile, tutta la passione sopportabile, tutta la voglia immaginabile. Un istante in cui non c’è più confine tra sogno e realtà. Un istante in cui due corpi racchiudono tutta l’essenza della vita. Un istante e quell'istante lo stavano stringendo così forte che sarebbe potuto durare in eterno. Un istante e quell’istante lo volevano da quando per la prima volta i loro occhi si guardarono. Un istante e quell’istante è tutto quello che il loro incontro doveva far loro assaporare.
Un piccolo istante che sembra durare una vita. Un piccolo istante in cui loro si amano come mai nessuno a saputo fare. Si amano perdutamente in un piccolo istante, mentre stringono in pugno la vita. Si amano follemente in un piccolo istante, mentre stringono in pugno la vita e mentre ciò che è stato è che sarà non conterà mai più nulla.
Giro. Giro. Chiusa la porta alle loro spalle. Chiusa per sempre. Chiusa per loro. All’interno, però, rimane un profumo, rimane un colore, rimane rinchiusa la follia dell’amore che in un istante, un piccolo istante, brucia l’universo intorno lasciando vuoto tutto ciò che prima era completamente pieno.
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